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Coronavirus, chi ha diritto ai tamponi? Le regole del Ministero della Salute

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Credit: ANSA/ ANDREA FASANI

Coronavirus, chi ha diritto ai tamponi? Le regole del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute ha diffuso una circolare in cui illustra le regole sui tamponi per il Coronavirus e chiarisce chi ne ha diritto e in quali casi. La questione è molto sentita dagli italiani alle prese con la pandemia: come riconosciuto dalla totalità degli esperti, la diffusione del Covid-19 nel nostro Paese è molto maggiore di quella certificata dai bollettini quotidiani della Protezione Civile. Sfuggono al conteggio, appunto, coloro che sono positivi ma non si sono sottoposti a tampone. Molte vorrebbero fare il test per sapere se sono portatrici del virus, ma questo non è possibile per tutti. Il Sistema sanitario nazionale, infatti, non è strutturalmente in grado – almeno ad oggi – di poter fare tamponi all’intera popolazione. Di seguito spieghiamo quali sono le linee guida fissate dal governo per stabilire le priorità di accesso ai test.

 

 

Coronavirus, chi può fare il tampone: le priorità

Nella circolare del Ministero della Salute si legge che “l’esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici o paucisintomatici (cioè con sintomi inferiori di numero e di minore intensità rispetto al consueto, ndr) e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici, focalizzando l’identificazione dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo o clinicamente sospetto”. L’esecuzione dei tamponi, prosegue il Ministero, “va assicurata agli operatori sanitari e assimilati a maggior rischio, sulla base di una sua definizione operata dalle aziende sanitarie, tenute ad effettuarla quali datori di lavoro”. La circolare, inoltre, precisa che, “per garantire la sua efficacia nella strategia di ricerca dei casi e dei contatti, l’esecuzione del test deve essere tempestiva”. Insomma, bisogna fare presto.

Riassumendo, hanno accesso prioritario ai tamponi:
– i sintomatici o paucisintomatici;
– le persone che hanno avuto contatti con loro nelle 48 ore precedenti l’insorgere dei sintomi;
– gli operatori sanitari.

Coronavirus e tamponi: regole diverse da zona a zona

Nel fissare le regole per i tamponi da Coronavirus, il Ministero della Salute fa una distinzione territoriale a seconda della portata del contagio. “​Nelle aree in cui vi è ancora una limitata trasmissione” del Covid-19, si legge, “se si dispone di risorse sufficienti”, si raccomanda di “effettuare test diagnostici in tutti i pazienti con infezione respiratoria”. Nelle aree a più diffusa trasmissione, “in caso di sovraccarico si deve dare la priorità a: pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave; ​tutti i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle altre strutture di lunga degenza; ​operatori sanitari esposti a maggior rischio; ​operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia per decidere l’eventuale sospensione dal lavoro; operatori, anche asintomatici, delle RSA e altre strutture residenziali per anziani; persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e fragili, come persone anziane con comorbidità; ​primi individui sintomatici all’interno di comunità chiuse per identificare rapidamente i focolai e garantire misure di contenimento”.

 

 

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