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Coronavirus, tamponi solo a chi ha sintomi o anche agli asintomatici? I diversi approcci, regione per regione

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Credit: Ansa Filippo Venezia

Coronavirus, tamponi solo a chi ha sintomi o anche agli asintomatici? I diversi approcci, regione per regione

Nei giorni in cui si discute sull’opportunità e sulla possibilità di eseguire i tamponi nei confronti dei soggetti asintomatici, e in particolare di quelli maggiormente a rischio come medici e operatori sanitari, TPI prova a fare un punto delle differenti strategie messe in campo dalle Regioni sul fronte dello screening.

Il Veneto ha adottato una strategia di tamponi “a tappeto”, sul modello dell’esperimento di Vo’ Euganeo, mentre la Lombardia ha eseguito un numero di tamponi inferiore se rapportato alla popolazione. La Toscana ha annunciato che eseguirà 500mila test del sangue, mentre l’Emilia Romagna eseguirà test sugli asintomatici. Ecco quali sono le Regioni che hanno disposto finora misure specifiche e cosa hanno previsto:

Lombardia – La Lombardia è la regione italiana più duramente colpita dall’epidemia di Coronavirus ed è senz’altro quella che ha il sistema sanitario maggiormente sotto stress. Qui infatti sono stati registrati 16.220 casi sui 31.506 finora riscontrati in Italia (anche se il numero effettivo di contagiati, secondo uno studio, sarebbe di 100mila). Per quanto riguarda gli operatori sanitari, come denunciato ieri da Paola Pedrini, segretario dei medici di famiglia lombardi della Fimmg, spesso i medici – anche con sintomi manifesti della malattia – non sono stati sottoposti a tamponi. “Fin dall’inizio dell’epidemia, i medici segnalarono alle Ats di competenza di essere venuti a contatto con pazienti potenzialmente infetti e richiesero un test di controllo dell’avvenuto contagio”, si legge nella lettera di “diffida e messa in mora” che il sindacato ha indirizzato a dicastero, Regione, Agenzie di tutela della salute (Ats), procuratori della Repubblica, prefetti e Procura generale della Corte dei conti.. “Ancora oggi le Ats lo rifiutano fino alla manifestazione della sintomatologia e, anzi, molti medici nonostante la malattia manifesta sono sottoposti a test dopo molti giorni per assenza di tamponi”.

Veneto – Il governatore del Veneto Luca Zaia è finora quello che ha adottato l’approccio più aperto verso l’uso “a tappeto” dei tamponi. “Ad oggi abbiamo fatto 40 mila test”, ha detto ieri Zaia a Porta a Porta su Raiuno, precisando di non aver mai parlato di “tamponi a tutti” per trovare gli asintomatici. “Abbiamo avuto nel caso di Vò il 22 febbraio la conoscenza dei primi due contagi, io ho deciso contro le linee guida di dare la possibilità a tutti i cittadini di essere testati”, ha spiegato. “Sono stati testati i cittadini e venne fuori che 66 di questi cittadini erano contagiati ma non sapevano di esserlo, erano asintomatici, li abbiamo isolati, 11 poi diventati sintomatici, li abbiamo portati in ospedale, abbiamo rifatto i test e abbiamo scoperto che i 66 erano diventati 6”, ha spiegato Zaia. “Questo dimostra che identificare un positivo asintomatico è la vera sfida, perché l’asintomatico non sapendo di essere positivo è un grande contagiatore”, ha sottolineato il governatore, “quindi nel momento in cui si ha evidenza di un positivo sintomatico in un palazzo, testiamo tutto il palazzo. Abbiamo messo in piedi un sistema che riesce a fare 20 mila tamponi al giorno”.

 

Emilia Romagna – In Emilia Romagna, dallo scorso weekend, è stato sperimentato il tampone “drive-thru”, ovvero in auto, già testato con successo in Corea del Sud e in Australia, e replicato oggi a San Lazzaro, presso la sede del dipartimento di sanità pubblica. Il test viene fatto in automobile, in maniera sicura e rapida: un tampone ogni cinque minuti, dodici tamponi all’ora. Il tampone “drive-thru” sarà eseguito su 50 persone che saranno identificate per mezzo della targa. Tra questi, molti contatti stretti di casi positivi, oltre a operatori sanitari e persone in isolamento domiciliare potenzialmente guarite. “L’attività non sostituisce i regolari tamponi effettuati a domicilio delle persone in isolamento da parte degli operatori dell’assistenza domiciliare e dell’igiene pubblica. Ad oggi sono stati effettuati a domicilio 284 tamponi”, ha precisato la Regione. Per quanto riguarda i sanitari, i sindacati segnalano invece “una situazione altamente preoccupante”, e chiedono di “fare al più presto il tampone a tutti gli operatori sanitari e assicurarsi che non abbiano contratto il virus prima che rientrino in servizio”. “Abbiamo apprezzato l’intenzione della Regione di predisporre un piano di potenziamento dei tamponi, anche per gli asintomatici, a partire dagli operatori sanitari”, spiegano i sindacati della funzione pubblica, Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl Emilia Romagna, tuttavia “chiediamo con forza di fare il prima possibile”.

Piemonte – Il governatore Alberto Cirio ha annunciato un piano per eseguire il tampone agli operatori sanitari. “Stiamo predisponendo un piano che gradualmente consentirà di eseguire il tampone agli operatori sanitari in servizio nelle strutture regionali piemontesi”, ha detto. “Tutelando il personale sanitario, tuteliamo tutti noi. È un gesto di riconoscimento e affetto, chi lavora nelle strutture sanitarie deve operare nella massima sicurezza, anche perché se si ammalano i medici non curano più noi”.

Toscana – La regione Toscana si sta attrezzando per effettuare uno screening di massa sulla propria popolazione. “Siamo passati da 700 tamponi al giorno ad una potenzialità nei prossimi giorni di ben 3500 tamponi”, ha annunciato il governatore Rossi. “Ma l’analisi richiede mediamente dalle 4 alle 8 ore. Per questo sul mercato si stanno affacciando nuovi test più veloci. Quindi vogliamo lanciare una campagna che sfrutti il test sierologico che si fa col prelievo del sangue che dimostrano le presenza di anticorpi al virus. Un test che si presta agli asintomatici. Abbiamo ordinato a più fornitori di fornirci di ben 500 mila test”, ha concluso Rossi.

Lazio – La strategia è quella di aumentare i tamponi, ma non per gli asintomatici.  “I test verranno fatti su chi presenta sintomi e ha avuto contatti con persone risultate positive”, ha detto di recente l’assessore D’Amato. “A oggi ne abbiamo fatti 9630, un numero importante, il doppio di Piemonte, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Per passare a questa fase però dovremo già avere a disposizione il test rapido. Intanto da domani entreranno in funzione anche i laboratori del San Filippo Neri, del Pertini e di Frosinone”.

Sicilia – Il governatore Musumeci ha annunciato che saranno aumentati i tamponi a cui sottoporre il personale sanitario e parasanitario, “perchè se cade il soldato, non sapremo come affrontare questa guerra, purtroppo il mondo scientifico si sta dividendo su questo aspetto cruciale”. Inoltre, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha parlato di tamponi a campione sui 35mila siciliani rientrati dalle regioni del nord” fino a questo momento.

Campania – La Regione Campania ha deciso di acquistare e utilizzare i test rapidi per avviare una campagna di screening di massa. “L’Antibody Determination Kit è stato utilizzato con successo in Cina. I kit ordinati sono un milione e saranno utilizzati su pazienti sintomatici, in particolare nella fase pre-triage. Consentono di avere un risultato non certo ma altamente probabile sull’eventuale positività del paziente, e saranno utilissimi nella gestione dell’emergenza”, si legge in una nota della Giunta.

Liguria – Il governatore Toti ha confermato che in Liguria i tamponi sono e saranno eseguiti solo su pazienti sintomatici e sul personale sanitario considerato a rischio. “Ci sono due feticci di questa emergenza, uno sono le mascherine, l’altro è il tampone”, ha dichiarato il presidente della Regione.

Marche – Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha detto che intende estendere i tamponi anche agli asintomatici. “Il dato emergente riguarda gli asintomatici che diffondono il contagio e quindi l’aumento dei tamponi diventa una strategia importante”, ha annunciato ai microfoni di Radio24. “Nella parte della nostra regione dove i numeri sono ancora bassi, questa strategia ha una maggiore possibilità di successo. Ci stiamo attrezzando nella zona di Ascoli Piceno con una macchina capace di processare 800 tamponi al giorno per fare un salto di qualità importante. Riusciremo a quadruplicare la capacità produttiva di oggi”.

Puglia – “Il nostro modello assomiglierà più a quello Veneto, seppur non seguendoli sull’iperbole del tampone fatto anche per strada”, ha detto il governatore Emiliano in una recente intervista a Repubblica. “Per questo motivo abbiamo deciso di aumentare il numero di laboratori che effettueranno le analisi: oggi di fatto c’è soltanto quello del Policlinico, da domani lavoreranno 8 strutture, tutte in grado di agire autonomamente. Quello dei tamponi è però soltanto un pezzo”.

Sardegna – In Sardegna sono partiti oggi test a tappeto tra i sanitari dell’Azienda ospedaliera di Sassari dove, al Santissima Annunziata, si è registrato un numero importante di contagi. “In Sardegna il più alto numero di contagiati ce l’abbiamo tra medici e infermieri”, ha detto all’Ansa l’assessore della Sanità Mario Nieddu. Gli ospedali deputati ad affrontare l’emergenza sono tre: l’Aou di Sassari, il San Francesco di Nuoro e il Santissima Trinità di Cagliari. Proprio quest’ultimo presidio, sottolinea l’assessore, “è il primo che ha iniziato a trattare i pazienti ed è quello con il più alto numero di positivi ricoverati nel reparto infettivi”. Ma, ricorda l’assessore, “dopo il primo contagio di un medico non se ne sono verificati altri, ciò significa che il sistema funziona dove vengono accuratamente rispettati i protocolli”.

Umbria – L’assessore regionale alla Salute dell’Umbria, Luca Coletto, ha detto che i tamponi anche agli asintomatici sarebbero “una buona strategia” di contenimento del Coronavirus “ma visto che si tratta di pandemia, il provvedimento dovrebbe essere esteso su scala nazionale”.

Val d’Aosta – Emily Rini, presidente del Consiglio Valle e coordinatrice regionale di Forza Italia, ha scritto su Facebook: “Condivido appieno la proposta del governatore Zaia. Credo sia fondamentale, per bloccare la diffusione del virus, identificare il più precocemente possibile il più alto numero di soggetti asintomatici positivi”. “Questa considerazione – aggiunge Rini – nasce dalle risultanze dello studio fatto sui 3000 abitanti di Vò Euganeo, e commentato dal Prof. di immunologia Sergio Romagnani, da cui risulta che il 50-75 % degli infetti è asintomatico”. “Per questo, visto anche il contenuto numero di abitanti della nostra regione, perché non sperimentare questa strada?”, conclude Rini.

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