Coronavirus, Burioni: “Dall’asfalto alla plastica, ecco quanto resiste sugli oggetti”
Una ricerca scientifica chiarisce rispetto alla persistenza del virus sulle superfici
Coronavirus sulle superfici, la risposta di uno studio scientifico
Quanto resiste il Coronavirus sugli oggetti? Ma soprattutto, per quanto tempo resta in grado di infettare? Le risposte arrivano da un nuovo studio americano, che si è concentrato proprio sul Coronavirus, spiegato dai virologi Roberto Burioni e Nicasio Mancini sul sito ‘MedicalFacts‘.
Quali sono i materiali più pericolosi
Il virus si ferma sulle superfici fino a 4 ore sul rame, fino a 24 ore sul cartone e fino a 72 ore su plastica e acciaio. Lo ha sperimentato in laboratorio un gruppo di ricerca coordinato dai National Institutes of Health (Nih) americani con la partecipazione dell’Università di Princeton e dell’Università della California.
“In ogni caso, e a maggior ragione – sottolineano i due esperti – noi continuiamo con il solito mantra: isolamento sociale (nostro), massima igiene delle mani e delle superfici (ricordiamo che il virus è completamente inattivato da acqua e sapone e da altri detergenti) ed evitiamo di toccarci (e farci toccare) il viso. Avremo modo di rifarci quando tutto questo sarà finito”.
Studi già presenti sul SarsCoV2
I risultati sono pubblicati su MedRxiv, il sito che consente di condividere gli articoli scientifici di medicina che devono ancora essere sottoposti a revisione prima della pubblicazione su una rivista ufficiale. Molti interrogativi sul virus SarsCoV2 erano già disponibili a febbraio, quando uno studio pubblicato su The Journal of Hospital Infection aveva sottolineato come altri Coronavirus umani (come quelli di Sars e Mers) inclusi in grado di persistere fino a 9 giorni su metallo, vetro e plastica. Per verificare se lo stesso fosse vero anche per il nuovo Coronavirus, i ricercatori hanno osservato un controllo specifico del laboratorio per valutare la resistenza nel tempo su diverse superfici (cosa diversa dalla trasmissibilità per contatto).
Lo studio precedente sui Coronavirus ‘cugini’ aveva infatti sottolineato come ci si può imbattere nella loro presenza usando disinfettanti con etanolo al 62-71 per cento, acqua ossigenata allo 0,5 per cento o ipoclorito di sodio allo 0,1 per cento.
Il virus nell’aria: falso
Dopo aver valutato la resistenza di SarsCoV2 sulle superfici, i ricercatori americani si sono spinti ancora oltre: hanno spruzzato il virus sotto forma di aerosol in un ambiente chiuso, verificando che può rimanere sospeso nell’aria fino a 3 ore. Lo studio è stato condotto in condizioni stabilite in laboratorio che non rispecchiano quelle presenti nel mondo reale: questi risultati non dimostrano che sia possibile prendere il virus semplicemente respirando in un ambiente dove è stata un’altra persona infetta.
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