Coronavirus, uno studio cinese ‘sgonfia’ la cura con il plasma. De Donno s’arrabbia
Il medico attacca: si sarebbero potute salvare almeno tremila persone
Coronavirus, studio sulla cura con il plasma: De Donno risponde
Uno studio cinese ‘sgonfia’ la cura con il plasma. E il dottor Giuseppe De Donno dell’ospedale ‘Carlo Poma’ di Mantova reagisce con parole forti su Facebook. La questione riguarda i risultati di una ricerca realizzata in Cina che ridimensiona la sperimentazione basata sugli anticorpi dei pazienti guariti dal Coronavirus. Secondo lo studio asiatico di cui ha parlato il Journal of the American Medical Association ad oggi il plasma non è sicuro quanto “le cure convenzionali”.
Il dottor De Donno, personaggio discusso per la sperimentazione con il plasma a Mantova, via social network ha commentato i dati sollevando dubbi sulla loro attendibilità ed è passato al contrattacco sostenendo che con il plasma si sarebbero potute salvare almeno 3mila persone morte per il Covid-19. “Oggi su Jama – ha scritto il direttore della Pneumologia in un post – è uscito un lavoro dei cinesi. Uno studio randomizzato, interrotto precocemente, con enormi bials. Concludono dicendo che il plasma non da vantaggi rispetto al trattamento medico ‘convenzionale’ ma è una speranza. Peccato che non abbiano analizzato la casistica per gravità”.
“Dall’analisi dello studio – ha continuato De Donno – emerge, infatti, che, nei pazienti gravi ma non gravissimi ( ovvero quelli del nostro protocollo), si ottiene una netta riduzione della mortalità, fino al 56 per cento se calcoliamo il rischio relativo. In particolare su 23 pazienti 0 morti. Una negativizzazione dei tamponi nella quasi totalità dei casi, una riduzione di 5 giorni della degenza media”. Poi conclude: “Se qualcuno è bravo in matematica ci dovrà spiegare quante vite in più potevamo salvare. Io ho detto 3mila. Ma a questo punto, forse, sono di più…”.
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