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Save the Children contro il Coronavirus: “Aiutiamo i bambini a continuare a studiare”

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La Ong che da oltre cent'anni lavora in tutto il mondo per garantire un futuro migliore ai minori che vivono in situazioni a rischio, sta promuovendo programmi per combattere la dispersione scolastica che potrebbe essere favorita dalla chiusura degli istututi

Noncuranti di leoni da tastiera e famosi giornalisti poco informati, le Ong sono attive da settimane nella lotta al Coronavirus. Tra loro Save the Children, che ha messo in campo delle iniziative mirate ai minori che vivono in condizioni di maggiore fragilità socio economica. Tra questi troviamo il programma “Non da soli”, che prevede la fornitura di dispositivi elettronici con connessioni indispensabili per proseguire il loro percorso educativo, di materiale per il gioco e lo studio, attività educative e di sostegno allo studio a distanza, realizzazione di webinar per i docenti, sostegno ai genitori e alle figure familiari di riferimento.

“Noi stiamo facendo la nostra parte – racconta Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa – e stiamo avanzando al Governo una serie di richieste che ci arrivano dal contatto diretto con le zone più difficili del nostro paese, in particolare dalle periferie delle grandi città che vivono già in condizioni normali molte difficoltà. Il primo intervento che chiediamo riguarda l’educazione e la scuola, perché registriamo un forte aumento di bambini e ragazzi ‘invisibili’, che non riescono a partecipare alle lezioni a distanza e quindi rischiano di vivere una condizione di non apprendimento e di isolamento. Nel DPCM “Cura Italia c’è un investimento per le scuole dedicato alla fornitura di tablet e connessioni per chi non è attrezzato, ma la nostra preoccupazione riguarda i tempi: le scuole non sempre sono rapide nello spendere queste risorse e quindi vanno aiutate a raggiungere quei bambini e quei ragazzi che già erano a rischio dispersione scolastica e che oggi vivono in situazioni in cui aumentano le diseguaglianze rispetto ai coetanei”.

Un’altra iniziativa promossa da Save the children in collaborazione con TuttoScuola si chiama #LaScuolaAiutaLaScuola e coinvolge oltre cento insegnanti di scuole primarie e secondarie di primo grado situate in tutte le regioni italiane e in alcuni quartieri di grandi città come Milano, Roma, Torino, Napoli, Bari o Palermo in cui si rileva una più elevata incidenza della dispersione scolastica. L’obiettivo è quello di intervenire tempestivamente nel sostegno della continuità didattica e di tamponare la sospensione delle lezioni, garantendo un rapporto quotidiano dei bambini con gli insegnanti e la socialità dell’ambiente scolastico, perché “il tempo in questo momento, può diventare il peggiore nemico dei bambini”.

“L’altra grande questione – spiega ancora Raffaela Milano – è la povertà materiale. Abbiamo riscontrato tra i beneficiari dei nostri servizi un fortissimo aumento di situazioni di famiglie dove quel reddito spesso precario e occasionale legato a lavori nei ristoranti, nelle pulizie e negli alberghi è venuto a mancare. Sono famiglie che non hanno riserve di risparmio e quindi chiedono un aiuto materiale che va dalla spesa alla fornitura di beni di prima necessità per i bambini. A tal proposito abbiamo chiesto al Governo di inserire un fondo destinato ai comuni perché pensiamo che quello sia il livello amministrativo a cui possono accedere più facilmente le famiglie in difficoltà.

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