Addio ai menù di carta, i ristoranti italiani adesso si affidano al qr code: ecco come funziona
Sempre più locali sfruttano la tecnologia per lavorare in sicurezza e tutelare la salute del cliente. Una scelta che ha destato la curiosità di molti altri Paesi
Coronavirus: i ristoranti italiani “strappano” i menù e si affidano al qr code
Sempre più ristoranti italiani dicono addio ai menù di carta per affidarsi alla tecnologia del qr code: “merito”, se così si può dire, del Coronavirus e delle norme anti contagio che hanno obbligato i ristoratori a trovare soluzioni alternative a quelle proposte abitualmente. L’idea di sfruttare la tecnologia per evitare di maneggiare oggetti che vengono toccati da tutti, come ad esempio un menù di un ristorante, è ampiamente diffusa in Cina, e in particolare a Wuhan, città epicentro del Covid-19, ma è stata presto importata in Italia e ha suscitato la curiosità degli altri Paesi, tra cui Regno Unito e Stati Uniti. Diversi media quali Reuters e New York Times, infatti, hanno raccontato questa svolta tecnologica tutta italiana soffermandosi in particolare su un ristorante di Roma, Da Enzo al 29, trattoria situata nel cuore di Trastevere, tra i primi locali a proporre il menù digitale, consultabile sul proprio smartphone tramite il qr code.
L’innovativa misura di sicurezza non è sfuggita neanche alla fondazione World Economic Forum, che ha menzionato la trattoria romana all’interno di un servizio dedicato alle strategie anti contagio adottate dai ristoranti di tutto il mondo. L’idea è semplice, ma efficace al tempo stesso: una volta seduti al tavolo, il cameriere porta un foglio con un codice di scansione che, una volta inquadrato con il proprio smartphone, permette di leggere il menù direttamente dal proprio cellulare, evitando, così, qualsiasi contatto fisico sia con il cameriere che con un oggetto, il menù in questo caso, che solitamente viene passato di cliente in cliente.
I clienti, specialmente quelli più anziani, inizialmente sono rimasti spiazzati da questa innovazione così come raccontato da Maria Chiara Di Felice, 37enne che gestisce il ristorante insieme ai suoi fratelli: “Alcuni rimangono sorpresi e temono di non riuscire ad usarlo, ma poi si rendono conto che è molto semplice, per cui sono felici”. Questa soluzione tecnologica si affianca alle altre misure anti-Coronavirus, che prevedono l’utilizzo obbligatorio di mascherine e guanti per tutto il personale nonché il distanziamento tra i tavoli di almeno 1 metro e la sanificazione di tavoli e sedie tra un cliente e l’altro.
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