Coronavirus, Ricciardi: “Terza ondata in arrivo, ecco cosa fare”
Coronavirus, Ricciardi: “Terza ondata in arrivo, ecco cosa fare”
“In alcune Regioni ormai è troppo tardi perché fronteggiano una crescita esponenziale del contagio, non possono più basarsi sul tracing, devono fare chiusure, ma altrove il tracciamento va potenziato: c’è la prospettiva di una terza ondata di Coronavirus“. Con queste parole Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, ha commentato in un’intervista a Repubblica l’andamento della pandemia in Italia, con l’ultimo bollettino che parla di 11.705 nuovi casi e 69 morti. Secondo l’esperto, che ha partecipato al gruppo di lavoro del ministero dell’Innovazione per studiare strategie di tracciamento, in Italia non è possibile replicare il modello sudcoreano di contact tracing, dove si utilizzano addirittura telecamere facciali per risalire ai possibili contatti di una persona positiva: “Non bisogna arrivare a quell’estremo – ha affermato Ricciardi – ma si può comunque pensare a un tracciamento tecnologicamente più penetrante rispetto a quello usato adesso”.
“Il sistema – ha continuato il consulente del ministro della Salute – non dovrebbe dare solo la notifica dell’avvenuto contagio, come fa Immuni, ma anche qualche forma di georeferenziazione per ricostruire la catena dei contatti. Lo proposi ad aprile, ma mi dissero che non si poteva fare, le forze politiche erano tutte contrarie. A parte che l’hanno scaricata troppo poche persone, la app ha un’utilità limitata dal fatto che consente la segnalazione del contatto, ma non la vera indagine epidemiologica. Soprattutto non permette di dare prestazioni aggiuntive ai positivi. Sarebbe ad esempio stato utile che ai tracciati venissero offerti test e assistenza a casa”.
Ricciardi ha detto la sua opinione anche su un possibile lockdown: “Vanno fatte chiusure mirate, con precisione chirurgica. In questa fase non ha senso muoversi a livello regionale, ma metropolitano, provinciale, comunale. Non è più il momento di lockdown generalizzati. Ma i governatori devono assumersi le loro responsabilità. Ad alto rischio ora ci sono Milano e Napoli, ma anche Roma, tra un po’, potrebbe essere nella stessa situazione”. Infine, un aggiornamento sul vaccino: “Non è più certo, anzi, Ema, l’ente regolatorio europeo, ha detto che sarebbe un miracolo se lo avessimo nel 2020, tenendo conto dei tempi dell’autorizzazione, che anche se accelerata deve garantire qualità e sicurezza. Arriverà di certo, ma adesso non sappiamo quando”.
Leggi anche: 1. Allarme terapie intensive: ecco la situazione regione per regione. Se i casi aumentano non siamo pronti / 2. Il mistero delle 1.660 terapie intensive pronte all’uso che le Regioni non hanno ancora attivato / 3. I presidi contro De Luca: “No alla didattica a distanza. La scuola non si ferma” / 4. “Ora fermiamoci 3 settimane”: parla Crisanti / 5. “Giusto il coprifuoco a Roma e Milano”: lo dice Bassetti, il prof del “virus indebolito” / 6. L’allarme dei medici di famiglia: “Nel Lazio sommersi da telefonate”