Il portale per trascorrere la quarantena “nei migliori luoghi isolati d’Italia” (ma è solo un esperimento)
Due designer di Torino hanno ideato un sito che immagina la possibilità di prenotare un casale per trascorrere la quarantena. "Un modo per capire cosa può succedere in un mondo digitale con un'epidemia come quella del coronavirus"
Vi rent, il portale che immagina di trascorrere la quarantena in vacanza
“Goditi la tua quarantena in un luogo speciale. Abbiamo selezionate per te stupende dimore nei migliori luoghi isolati d’Italia”.
“Ti aiuteremo a firmare le carte per il tuo spostamento, anche se vieni dal nord”.
“Disporrai della migliore assistenza privata con check-up medici quotidiani”. “Potrai godere di un servizio domiciliare di consegna viveri ed essenziali”.
Sono solo alcuni dei messaggi pubblicati da vi-rent, un sito internet dalle sembianze di un Air-b&b che sembra offrire agli utenti la possibilità di trascorrere la quarantena come fossero in vacanza, prenotando un soggiorno di due settimane in località isolate e paradisiache messe a disposizione dal portale.
Sembra incredibile, e in effetti il servizio non esiste davvero. Vi rent è solo un esperimento di “critical design” progettato da due giovani designer di Torino che si sono immaginati e chiesti “fino a che punto la sharing economy e la digital economy possono spingersi, a cosa può arrivare la paura, e che cosa significa in un momento come questo riflettere su limiti e possibilità del business”, spiega a TPI Alessandro Squatrito, uno dei due creatori del portale.
Vi rent “vuol far riflettere, e mette l’accento sulle dinamiche, le problematiche e le possibilità di una situazione critica come quella che sta vivendo l’Italia in questo momento”.
Il sito riporta anche le surreali testimonianze (inventate) di persone risultate positive al coronavirus che hanno usufruito del servizio.
“Quando mia moglie ha scoperto la positività al virus, abbiamo deciso di trasferirci in un bellissimo casolare fuori Crema. Un periodo di venti giorni fatto di relax e sicurezza, con il personale sanitario in visita due volte al giorno”, si legge tra i racconti pubblicati.
“Nel mondo globalizzato della sharing economy, in cui le persone si spostano con estrema facilità da un luogo all’altro del globo così come i virus, grazie al digitale potrebbe essere possibile trasformare una situazione pandemica in un business. Qual è il limite per un nuovo business? Il business può seguire il mercato e le sue richieste a scapito dell’etica? Cosa sono disposti a fare gli utenti per controllare la propria paura? Se la situazione attuale diventasse sempre più una normalità potrebbero nascere veri business simili a vi-rent?”, si chiedono gli ideatori dell’esperimento.
Un modo per mostrare i limiti di un business così diffuso come la sharing economy e testare fino a dove può spingersi un’espansione in apparenza inarrestabile. Capire, insomma, cosa può succedere in un mondo digitale con un’epidemia come quella del coronavirus.
I due designer hanno creato il portale durante la notte del 27 febbraio, e già in tanti li hanno contattati, increduli.
“Abbiamo cominciato a ricevere un paio di domande da amici, alcuni ci credono, altri si offendono, altri non capiscono, altri ridono”, racconta Alessandro. E chissà che qualche amico in quarantena non inoltri una richiesta di prenotazione.