Coronavirus, Papa Francesco: “Obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”
Coronavirus, il Papa: “Priorità è che la pandemia non torni”
“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”, con queste parole Papa Francesco ha introdotto la messa mattutina di oggi, martedì 28 aprile, alla Chiesa di Santa Marta, mostrando di essere vicino alle posizioni del governo Conte, che nel Dpcm sulla fase due ha inizialmente previsto di continuare a limitare le celebrazioni liturgiche. Bergoglio sconfessa così la posizione della Conferenza episcopale italiana (Cei), che ha invece espresso il suo disappunto sulla scelta dell’esecutivo, tanto da indurre il governo a fare un passo indietro: dopo il duro comunicato diffuso dalla Cei subito dopo la conferenza stampa di domenica 26 aprile, palazzo Chigi sta considerando l’ipotesi di concedere messe all’aperto, anche prima della data indicata dal comitato tecnico scientifico, ovvero il 25 maggio.
“I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”, ha scritto la Cei nel comunicato diramato dopo l’annuncio del premier domenica. Ma Papa Francesco nella messa di oggi a Santa Marta ha invitato alla prudenza, mostrando che la priorità in questo momento è ancora quella di scongiurare un ritorno della pandemia. Anche L’Osservatore Romano, il quotidiano del Papa, si è schierato dalla parte di palazzo Chigi, limitandosi a pubblicare in prima pagina un articolo di cronaca che riporta il comunicato della Cei e che non critica il governo. Ma i media della Cei si sono fatti sentire: Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000, ha dichiarato che è ingiusto aprire i giardini ma non le chiese. “L’esercizio del culto, che riguarda i fedeli di tutte le religioni, nel decreto del governo viene regolamentato nello stesso comma che disciplina le sale bingo. È bene ricordare l’importanza della libertà religiosa espressamente tutelata dall’articolo 19 della nostra Costituzione a vantaggio di tutti. Ma, al di là dei profili giuridici, rimane la sostanza della questione”, ha osservato Morgante.
Il motivo per cui il decreto del governo sulle riaperture non ha previsto la celebrazione delle messe con i fedeli, che fino ad ora si sono tenute perlopiù in “streaming”, è contenuto in un documento redatto dal Comitato Tecnico Scientifico, riportato dal quotidiano il Tempo, che mette in chiaro le “criticità ineliminabili” che si presentano durante le messe, ovvero “lo spostamento di un numero rilevante di persone” e soprattutto “i contatti ravvicinati“ che sacerdote e fedeli non potrebbero evitare durante l’Eucarestia. Per questo i circa 20 esperti della task force scientifica hanno definito “prematura” l’ipotesi di riaprire le porte delle chiese ai fedeli per partecipare alla liturgia a partire dal prossimo 4 maggio.
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