Coronavirus, è morto il padre del Paziente 1
Coronavirus: morto il padre del Paziente 1
È morto il padre di Mattia, il 38enne risultato il primo contagiato da Covid-19 in Italia e nominato Paziente 1. Il padre Moreno abitava a Castiglione d’Adda, in provincia di Lodi, uno dei primi Comuni a entrare nella zona rossa per il contenimento del contagio. Dall’inizio dell’emergenza, esattamente un mese fa, Castiglione d’Adda ha registrato 62 decessi di persone positive al Coronavirus.
Mattia, invece, dopo essere rimasto per alcune settimane ricoverato in terapia intensiva, è migliorato ed entro lunedì verrà dimesso dall’ospedale di Pavia.
Coronavirus: Mattia, il paziente 1 di Codogno, può tornare a casa
È trascorso esattamente un mese da quel 20 febbraio quando Mattia – 38enne ricercatore dell’Unilever – si sottopose al test per il Coronavirus. Il verdetto del tampone lo etichettò come “il Paziente 1”. Dopo 30 giorni di ricovero e tantissime difficoltà, Mattia può tornare a casa da sua moglie che, tra qualche giorno, diventerà mamma.
L’uomo, atleta e runner, si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno nel pomeriggio del 18 febbraio, senza però avere i sintomi che avrebbero potuto portare a identificarlo come caso ‘sospetto’. Dopo gli accertamenti e le terapie necessarie, nonostante la proposta di ricovero, aveva deciso di tornare a casa. Poche ore dopo la situazione era peggiorata. La mattina del 20 febbraio fu necessario l’intervento del rianimatore e il ricovero nel reparto di terapia intensiva. Dopo che la moglie informò i medici di una cena di fine gennaio tra il marito e alcuni amici, tra cui uno appena rientrato dalla Cina, venne effettuato il tampone. Così la scoperta del primo caso in Lombardia e in seguito degli altri casi positivi.
Coronavirus: le prime parole di Mattia, il paziente 1 di Codogno
“Sono a Lodi?”: sono queste le prime parole pronunciate da Mattia, il paziente 1 di Codogno, che da circa 20 giorni sta lottando contro l’infezione da Coronavirus. Il 38enne, che ora respira autonomamente, motivo per cui è stato trasferito dal reparto di terapia intensiva a quello sub intensiva dell’ospedale San Matteo di Pavia, ha quindi iniziato nuovamente a parlare. Tuttavia le sue condizioni fisiche sono ancora precarie e i ricordi ovviamente confusi: servirà ancora del tempo, infatti, per un recupero completo.