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Coronavirus, monitoraggio Iss: “Casi in aumento. Tre settimane per vedere effetto riapertura scuole”

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Medici a Roma. Credits: ANSA

Nel report settimanale si evidenzia un lento e progressivo peggioramento dell’epidemia di Covid-19 da otto settimane

I nuovi casi di Covid-19 in Italia sono in aumento per l’ottava settimana consecutiva. A rilevarlo è il report di monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (Iss), riferito al periodo 14-20 settembre. In tale settimana sono stati riportati complessivamente 2.868 focolai attivi in Italia, di cui 832 nuovi, entrambi in aumento per l’ottava settimana consecutiva.

Il virus oggi circola in tutto il paese“, si legge nel rapporto. Se nelle ultime tre settimane si era osservato un incremento della età mediana dei casi notificati, “questa settimana l’età mediana è stabile a 41 anni”. Secondo il rapporto, occorre ancora mantenere “una linea di massima prudenza. Il grande impegno di tutta la popolazione nella fase di riapertura – scrivono gli esperti – ed il mantenimento di misure rigorose permette oggi di avere un impatto più contenuto sulla salute della popolazione e sul sistema sanitario rispetto ad altri paesi europei. Questo non deve portare a sottovalutare il rischio che sarebbe generato dall’autorizzazione di eventi ed iniziative di aggregazione in luoghi pubblici, e dei comportamenti individuali anche legati a momenti di aggregazione estemporanei”.

La maggior parte dei casi segnalati (84,2 per cento), rileva il rapporto, “continua ad essere contratta sul territorio nazionale, con una lieve diminuzione dei casi importati da stato estero (8 per cento dei nuovi casi diagnosticati questa settimana contro il 10,8 per cento la settimana precedente) e anche dei casi importati da altra Regione/Provincia autonoma (3,3 per cento nella settimana corrente contro il 5,5 per cento della settimana precedente).

Rt pari a 0,95: “Ma rischio sottostima”

Nel periodo 3-16 settembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva. Tuttavia il report sottolinea che “bisogna interpretare con cautela l’indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti, Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto, l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza”.

“Ancora nessuna trasmissione virus a scuola”

Non è stata ancora accertata, nella settimana in esame, una trasmissione del virus in ambito scolastico, “sebbene siano stati identificati numerosi casi sporadici in concomitanza con la riapertura delle scuole”. Tuttavia il report sottolinea che “non è possibile valutare, al momento, l’impatto che l’apertura delle scuole in Italia avrà sull’andamento dell’epidemia” e che questo aspetto “sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane”. La riapertura delle scuole rimane pertanto uno degli elementi da monitorare attentamente.

Ospedalizzazioni e terapie intensive in aumento

Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è aumentato dal 4 al 5 per cento mentre il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dal 2 al 3 per cento, con valori superiori al 10 per cento in alcune Regioni. “Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno”, sottolinea il rapporto. Nel nostro paese, dunque, “si osserva un lento e progressivo peggioramento dell’epidemia di SARS-CoV-2 da otto settimane che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. Questo andamento, sebbene rifletta un trend comune a molti paesi europei, in Italia è per ora più contenuto”.

Leggi anche: 1. Vaccino antinfluenzale, boom di richieste: corsa contro il tempo per produrre le dosi. “Ce la faremo ma serviva più programmazione” /2. Covid, Rsa lombarde in ginocchio: “Persi 180 milioni, aiuti pubblici o chiuderemo”

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