Coronavirus, i medici volevano ricoverarla in ospedale e darle morfina, lei viene curata a casa ed è in guarigione
Coronavirus, i medici volevano ricoverarla in ospedale e darle morfina, lei viene curata a casa ed è in guarigione
Giusy ha 79 anni, è cardiopatica e i medici volevano ricoverarla in ospedale e somministrarle morfina (per lenire il dolore). A detta dell’ospedale, Giusy non aveva possibilità di farcela, non dopo aver presentato una polmonite dovuta, forse, al Coronavirus. Sono trascorse due settimane e Giusy non è mai stata ricoverata, si è lasciata curare a casa dal suo medico di base, con il supporto di un collega della figlia Alessandra, docente universitaria. Oggi, racconta Alessandra, Giusy sta bene, è in via di guarigione, e ha voglia di tornare presto a fare lunghe passeggiate al sole.
Sono state le figlie a rifiutare di portare la madre in ospedale. Uno dei due dottori che ha curato Giusy ha parlato di “sentenza di morte non eseguita”, mentre il medico di famiglia ha ritenuto grave “l’errore compiuto al pronto soccorso, soprattutto perché a livello psicologico non puoi dare una mazzata così ai familiari”. Come ha spiegato l’Agi, Giusy accusava da tempo forti dolori al torace e aveva difficoltà a muovere il braccio sinistro, sintomi poi peggiorati sabato 28 marzo. Alessandra, la figlia, temeva si trattasse di un infarto o un ictus ma, non volendo chiamare l’ambulanza (nel timore che poi portassero la madre tra i pazienti di Covid-19), ha portato Giusy al pronto soccorso sotto consiglio del medico. Le hanno assegnato un codice giallo e l’hanno poi portata nel reparto per i sospetti casi di Coronavirus. “Il medico mi spiega che la mamma probabilmente ha il virus, che la situazione è compromessa e che, se non voglio vederla morire soffocata nelle prossime 48 ore, mi conviene lasciarla in ospedale dove verrà accompagnata dolcemente con la morfina. Chiedo se si può tentare in ospedale una terapia antibiotica, ma la risposta è che è già troppo tardi. Mia mamma però non ha febbre, pressione e battiti sono perfetti, respira bene”.
Coronavirus, le suggeriscono di lasciare la mamma in ospedale per accompagnarla dolcemente con la morfina, ma non ha fatto il test
A quel punto, Alessandra ha deciso di chiedere aiuto ai suoi medici di riferimento ed entrambi le hanno suggerito di portare la mamma a casa. “Davanti ai miei occhi, vedo che tre anziani vengono ricoverati, dicono ad alta voce gli operatori sanitari, ‘con morfina al bisogno’, senza un tampone. Nessuno di loro aveva febbre né problemi a respirare. Mentre torno a casa ho davanti agli occhi le centinaia di bare portate via da Bergamo dai militari, persone che, forse, hanno trattato come avrebbero voluto fare con mia mamma, abbandonandole a loro stesse”, spiega amareggiata.
Una volta a casa, sotto consiglio dei medici, la figlia ha cercato uno dei farmaci più utilizzati per combattere il Covid-19, il Planequil, da aggiungere all’antibiotico e alle maltodestrine. Alessandra spiega che a casa aveva anche una bombola per l’ossigeno. Giusy si è ripresa giorno dopo giorno e sembra essere in via di guarigione. “Magari domani la mamma muore per un infarto o altro perché ha un quadro clinico complesso, ma non per il virus che non è stato nemmeno diagnosticato con un tampone. Io ho provato a chiederlo ma mi hanno detto che lo facevano solo ai ricoverati gravi. Qualsiasi cosa accada, potremmo dire che le siamo state vicine e ci dona i suoi baci e il suo sorriso ogni volta”, ha concluso Alessandra.
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