Costa Smeralda, la denuncia di un barman a TPI: “Sto male ma nessuno mi fa il tampone”
"Dopo aver accusato i primi sintomi sono stato messo in isolamento nell'alloggio dell'albergo di Porto Rotondo in cui lavoro, ma dopo 5 giorni non sono stato ancora visitato da nessuno": a parlare a TPI è Marco Piras, ventenne che nonostante le reiterate chiamate alla Asl ancora non è stato sottoposto al tampone per la ricerca del nuovo Coronavirus. E sulla situazione in Costa Smeralda rivela: "I locali sono affollati, ma di mascherine se ne vedono poche"
Coronavirus, ventenne ostaggio in un hotel di Porto Rotondo, la denuncia a TPI: “Sto male, ma non mi fanno il tampone”
“Sto male, ma non mi fanno il tampone”: è la denuncia di Marco Piras, ventenne con molta probabilità contagiato dal Coronavirus, che da 5 giorni è ostaggio dell’hotel in cui lavora nei pressi di Porto Rotondo, in Sardegna. Originario di Orgosolo, in provincia di Nuoro, Marco Piras ha raccontato la sua vicenda sul suo profilo Instagram, che in breve tempo è diventata virale sui social. Contattato da TPI, il giovane ha confermato di essere ancora in attesa di essere sottoposto al tampone per la ricerca del nuovo Coronavirus nonostante le sue reiterate richieste.
Partiamo dal principio. Come mai si trovava a Porto Rotondo?
Perché lavoro come aiuto barman in un hotel situato nel Golfo di Marinella, vicino Porto Rotondo.
Lei e lo staff dell’albergo lavoravate seguendo sempre le disposizioni anti-Coronavirus?
Si, tutti i dipendenti dell’hotel lavoravano sempre con le mascherine. I clienti, invece, non ce l’avevano quasi mai. Solamente nell’ultimo periodo qualcuno ha iniziato a indossare le mascherine.
Potrebbe essersi contagiato sul luogo di lavoro?
Non ne ho idea. Comunque ho frequentato anche dei bar a Porto Rotondo, potrebbe essere stato ovunque.
Ma la situazione com’è a Porto Rotondo?
I locali sono affollati e anche se ci sono distanziamenti tra un tavolo e un altro, quasi nessuno indossa la mascherina.
Torniamo alla sua disavventura. Come è cominciata?
È iniziato tutto domenica (il 23 agosto) quando ho cominciato ad avvertire i primi sintomi, nello specifico mal di gola e mal di testa.
E cosa è successo?
L’hotel per cui lavoro mi ha messo in isolamento nel mio alloggio, che si trova in una parte distaccata dell’albergo, nascondendo la notizia per non creare allarmismi. Per un paio di giorni non mi è stato portato neanche da mangiare.
A quel punto si è attivato per fare il tampone.
Si, ho chiamato ogni numero possibile. La Asl l’avrò chiamata almeno una trentina di volte, ho chiamato anche il numero verde, ma hanno detto che per me non potevano fare nulla, invitandomi a richiamare nuovamente la Asl. Ho chiamato tantissimi numeri, anche nel mio paese mia madre con il sindaco hanno mosso mari e monti, ma il risultato è che finora nessuno mi ha fatto il tampone.
Lei non può tornare nemmeno a casa.
No, una volta che si sono manifestati i primi sintomi, sono stato obbligato dall’hotel all’isolamento, dove mi trovo tuttora. Ma allo stesso tempo nessuno mi fa il tampone.
Quindi si trova in una sorta di limbo…
Si, esatto. Fino a quando non mi fanno il tampone, non posso andarmene.
Le hanno spiegato come mai ancora non glielo hanno fatto?
Dicono che c’è tantissima gente che deve fare il tampone, che hanno molto lavoro da fare e numerose persone da testare. Dopo 5 giorni, però, credo il tempo per venire a fare un tampone a me, che da giorni lo sto richiedendo, si potrebbe anche trovare.
Anche perché nel frattempo i sintomi sono cominciati a peggiorare, giusto?
Sì, come ho scritto anche sul mio profilo Instagram, ho avuto la febbre e l’olfatto e il gusto azzerati. Adesso ho ancora un po’ di mal di testa e stanchezza.
Il paradosso è che lei è stato messo in isolamento pur non avendo la certezza di avere il Coronavirus non avendo ancora fatto il tampone?
Esatto, è una situazione paradossale, che spero si sblocchi al più presto. Poco fa sono stato contattato da un medico, il quale ha detto che dovrebbero venire a farmi il tampone, forse già in serata. Ma intanto sono passati 5 giorni.
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