“In Lombardia spalmare il lavoro su 7 giorni”: la proposta di Fontana per la riapertura
Coronavirus, la Lombardia pensa già alla riapertura e alla fase 2
La Lombardia pensa già alla riapertura e alla fase 2. Una delle ipotesi è quella di spalmare le giornate lavorative su 7 giorni. A indicarlo è il governatore, Attilio Fontana, che in Consiglio regionale ha parlato di “scaglionare il lavoro magari su 7 giorni anziché su 5, con orari di inizio diversi per evitare l’utilizzo eccessivo dei mezzi pubblici in determinate fasce”. In ogni caso “sono tante le proposte di scienziati e tecnici” che verranno vagliate.
Le quattro D
La proposta sul lavoro 7 giorni su 7 arriva insieme a quella delle ‘quattro D’ che il governatore Fontana cita per la ripartenza: distanza (un metro di sicurezza tra le persone), dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia)”. Ma per la ripartenza, la cosiddetta ‘fase 2’ del paese, il Governo ha istituito pochi giorni fa una task force di esperti, guidati da Vittorio Colao.
La richiesta di Regione Lombardia si accompagnerà a un “un piano per riaprire in orario scaglionato uffici e aziende e, successivamente, scuole e università”.
Riaprire il focolaio
La Regione Lombardia immagina la sua ‘Fase 2’ con aperture delle attività scaglionate e sull’arco di tutta la settimana per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici. “Facendo tesoro della prima fase della pandemia, l’ospedale straordinario alla Fiera di Milano – che, sottolineano dalla Regione, “è costato zero euro pubblici” – diventerà il presidio che veglierà sulla salute dei lombardi come una vera e propria assicurazione contro il sovraffollamento delle altre strutture regionali”.
Questo percorso per la ‘fase 2’ lombarda prevede il coinvolgimento di “tutte le università lombarde, dei soggetti rappresentativi del ‘Patto per lo sviluppo’, del terzo settore e degli stessi gruppi consiliari regionali” perché l’obiettivo è quello di “progettare la nuova normalità con il tessuto sociale, culturale, imprenditoriale che deve essere frutto di un lavoro comune e disegnare priorità di intervento e di investimento”. Le idee verranno presentate sulla piattaforma ‘Open Innovation’ e da lì portate alla Giunta che “intende riscrivere i documenti di programmazione della Regione per tradurre concretamente le proposte condivise”.
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