“Ho infettato la mia famiglia per una sola serata in discoteca: ora mio padre è in terapia intensiva”
Una lettera pubblicata dal Corriere della Sera riporta la testimonianza struggente di una ragazza risultata positiva al Covid dopo una festa: "Pensavamo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l'inizio dell'horror che sto vivendo"
La lettera di una ragazza risultata positiva al Coronavirus dopo una festa in discoteca
“Pensavo che l’estate 2020 sarebbe stata un’estate piena di noia per via del Coronavirus e invece era iniziata proprio bene. Avevo la mia routine, mi svegliavo, andavo in spiaggia, poi in palestra, pomeriggio di nuovo spiaggia con amici e la sera uscivamo a bere qualcosa. D’altronde me lo meritavo, ho studiato molto durante quest’anno scolastico. Io e i miei amici avevamo deciso di non andare in discoteche e posti chiusi per evitare i contagi, però quel sabato era il compleanno del mio più caro amico, come facevamo a non festeggiare fino a tardi?”, così Martina, una giovane risultata positiva al Covid in una lettera indirizzata al Corriere della Sera e pubblicata martedì 25 agosto.
“Decidemmo che per una sera non sarebbe successo niente. Fu l’inizio del film horror che sto vivendo”, scrive Martina. “La settimana dopo incominciai con sintomi come raffreddore e tosse, ed ho pensato fosse per via dell’aria condizionata. Andai dal dottore e mi disse che non sembravano sintomi da Covid, la tosse era grassa (non secca) e non avevo febbre, quindi continuai a fare la mia vita normale, andavo a mangiare al ristorante con papà, giocavo a carte con i nonni e ci mettevamo a guardare la tv tutti insieme sul divano”, continua la lettera. La settimana successiva è emerso un caso di positività nella discoteca che aveva frequentato, motivo per cui è stata sottoposta a tampone, “insieme alle altre persone che erano state lì quella sera”, scrive la ragazza.
“Il risultato del mio tampone: positivo. Fecero il test a tutti i miei familiari. Solo la mamma fu negativa. Positivi i nonni, mia cugina di 12 anni, e papà. Il nonno è finito in ospedale e ora è stato dimesso e si sta riprendendo. Io, mia cugina e la nonna non abbiamo avuto problemi e dopo quattro settimane chiusi in casa siamo tornati negativi. Invece papà no. Siccome stavo bene lui mi diceva che tanto non era il virus, che non aveva voglia di starmi lontano: «Dai, Marti, che poi ritorni a Madrid e non ci vediamo per tanto tempo». E anch’io pensavo così, e gli ho dato abbracci e baci… voglio tanto bene a papà. Ora è da due settimane in terapia intensiva, intubato. Sta lottando con tutte le sue forze, e io non posso vederlo, non posso aiutarlo, non posso ritornare indietro. Non me lo potrò mai perdonare”, conclude Martina nella sua lettera struggente.
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