Coronavirus, chi è l’italiano contagiato: un ricercatore di 29 anni di Luzzara (Reggio Emilia)
Il primo italiano positivo ai test sul virus nCoV-2019 è un ricercatore reggiano, che vive da anni all'estero per lavoro: era andato a Wuhan per passare il Capodanno cinese con la fidanzata
Coronavirus, chi è l’italiano contagiato: un ricercatore di 29 anni, reggiano
È un ricercatore di 29 anni il primo italiano contagiato dal Coronavirus cinese, che fino a oggi ha fatto 724 vittime (quasi tutte in Cina) e oltre 30mila contagi: l’uomo si trova attualmente ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma e i medici hanno dichiarato che è in “buone” condizioni, costantemente monitorato.
La notizia del primo italiano contagiato dal virus nCoV-2019 è arrivata nella serata del 6 febbraio 2020: il ricercatore era tra i 56 italiani rimpatriati nei giorni scorsi da Wuhan, la città focolaio dell’epidemia. Prima di presentare alcuni sintomi compatibili con il Coronavirus, l’italiano si trovava dunque in quarantena nella cittadella militare della Cecchignola, insieme agli altri connazionali.
Secondo quanto spiegato dai medici dello Spallanzani, il ricercatore “presenta lieve febbricola e lieve iperemia congiuntivale”, mentre “il quadro clinico e quello radiologico polmonare sono negativi”. Il paziente ha già iniziato la terapia antivirale, mentre non si temono contagi tra gli altri italiani in quarantena alla Cecchignola, che non hanno avuto molti contatti con il ricercatore che era in stanza da solo.
Chi è l’italiano contagiato dal virus nCoV-2019
Secondo le prime notizie diffuse, l’italiano contagiato dal Coronavirus è un uomo di Luzzara, una cittadina in provincia di Reggio Emilia nella pianura al confine tra con la Lombardia. Ha 29 anni, è un ricercatore e da tempo vive all’estero per lavoro. Ha lasciato l’Italia ai tempi dell’università. Si era recato a Wuhan per fare visita alla fidanzata: insieme avrebbero dovuto passare il Capodanno cinese in Thailandia.
Era arrivato in Cina da poco, circa un giorno, quando la Farnesina lo ha contattato per il rimpatrio insieme agli altri connazionali. Inizialmente, il ricercatore – arrivato poi alla Cecchignola per la quarantena obbligatoria – non aveva sintomi particolari, se non un fastidio agli occhi. Ma i primi test e i tamponi prelevati e inviati allo Spallanzani hanno dato diagnosi positiva sul Coronavirus.
Secondo quanto dichiarato anche dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, il ragazzo ricoverato allo Spallanzani “è sereno” e comunica con la famiglia tramite un tablet.
Contattato dall’agenzia Ansa, l’uomo ha detto: “Sto bene, mi sento tranquillo. Al momento non ho nessun disagio particolare”.