Coronavirus, il monito degli esperti: “L’Italia sta violando i regolamenti sanitari internazionali”
Coronavirus, gli esperti: “Italia viola regolamenti sanitari internazionali”
Adesso non è solo la Cina a puntare il dito contro l’Italia (e anche altri Stati) per la chiusura del traffico aereo in entrata e in uscita a causa dell’epidemia di Coronavirus: anche un pool composto da 16 esperti di diritto sanitario internazionale hanno dichiarato che il nostro Paese sta violando i regolamenti sanitari internazionali.
Il team di esperti ha lanciato un appello sulla prestigiosa rivista scientifica britannica The Lancet, nel quale si chiede il rispetto nelle International Health Regulations che 196 Stati e l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) hanno firmato nel 2005. Regole che, ad esempio, non prevedono restrizioni a viaggi e collegamenti internazionali “per motivi precauzionali”, ma solo se espressamente supportate da principi e prove scientifiche o raccomandazioni dell’Oms. E sempre dando priorità al rispetto dei diritti umani.
Secondo gli studiosi, invece, tutti i Paesi che hanno bloccato il traffico aereo da e per la Cina (non solo l’Italia, che comunque non viene citata direttamente nell’appello come nessun altro Stato) non stanno rispettando soprattutto l’articolo 43 di quel regolamento, quello che appunto regola le misure che si possono attuare in caso di pericolo per la salute pubblica. Provocando danni molto importanti alle persone e all’economia cinese.
La conseguenza più grave di questo fenomeno però, secondo il pool di esperti, è che gli altri Paesi – per paura di danni economici – vengono così disincentivati a segnalare nuovi rischi alle autorità sanitarie internazionali, alimentando un circolo vizioso che mette in pericolo i cittadini. La stessa Oms, ricorda l’appello pubblicato su The Lancet, ha sconsigliato le restrizioni ai viaggi in Cina. A causa del Coronavirus, che finora ha provocato quasi 1.500 morti e 64mila contagi, l’Italia è stata invece uno dei primi Paesi a chiudere il traffico aereo da e per il Dragone.
Nelle loro conclusioni, infine, gli studiosi di diritto sanitario internazionale sottolineano che l’IHR non è un regolamento perfetto. Soprattutto perché “vincola solo i Paesi, non le società e altri attori non governativi”. Con la conseguenza che, in alcuni casi, basta che le compagnie aeree interrompano i viaggi verso la Cina perché il Paese di bandiera degli aeromobili si ritrovi di fatto con delle restrizioni di viaggio. “Inoltre – si legge – l’IHR non dispone di solidi meccanismi di responsabilità l’applicazione, il controllo e la trasparenza delle sue regole”.