Coronavirus in Italia, ultime notizie. De Luca chiede a Conte il lockdown in Campania, positivo al Covid il ministro Boccia. Ancora un aumento dei nuovi casi (+19.143) con oltre 180mila tamponi, 91 i morti
Coronavirus in Italia, le ultime notizie di oggi
CORONAVIRUS ITALIA ULTIME NOTIZIE – Aumentano le Regioni che decidono di adottare misure più restrittive contro la pandemia di Coronavirus in Italia. Entra in vigore oggi il coprifuoco disposto dalla Campania (dalle 23 alle 5) e in Lazio (dalle 24 alle 5). Da ieri è in vigore anche in Lombardia (dalle 23 alle 5). Nell’ultimo giorno si è avuto un balzo dei nuovi casi (+19.143) mentre i morti sono stati 91. Qui le ultime notizie sul Covid-19 nel mondo. Di seguito tutte le ultime notizie sul Coronavirus in Italia di oggi, venerdì 23 ottobre 2020, aggiornate in tempo reale.
Ore 20,05 – Istat: nel periodo gennaio-agosto +4,22% di morti nei capoluoghi – Nel periodo che va da gennaio ad agosto 2020, contraddistinto dall’epidemia di Covid, in Italia si è registrato il 4,22% di morti in più nei capoluoghi di regione, rispetto alla media 2015-2019. Lo certifica l’Istat, secondo cui nel 2020 sono decedute 75248 persone a fronte delle 72199 morte nel periodo 2015-2019. Leggi la notizia completa.
Ore 19,20 – Iss-Salute: “Situazione molto grave, prendere provvedimenti” – “L’epidemia è in rapido peggioramento” e per questo è “necessario prendere misure”. È quanto si legge nel report settimanale dell’Iss e del ministero della Salute in cui si sottolinea che l’indice di contagio nazionale è ora di 1.5 nel suo valore medio, valori che indicano una “situazione complessivamente e diffusamente grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni”. Nel rapporto si legge anche che “è fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che siano strettamente necessarie”. Secondo il report, inoltre, è ormai impossibile tracciare le catene di trasmissione, mentre si registra un aumento “del numero di persone ricoverate”. “Se l’andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata che numerose Regioni raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo”. Per questo, secondo il rapporto, bisogna “considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette”.
Ore 19,00 – Piemonte: da lunedì coprifuoco dalle 23 alle 5 – Anche il Piemonte adotta il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino a partire da lunedì 26 ottobre. L’obiettivo è quello di contrastare e contenere il diffondersi dell’epidemia. Si potrà uscire solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e urgenza, motivi di salute oppure il rientro a casa o presso la propria dimora, che dovranno essere certificate attraverso una autodichiarazione.
Ore 18,35 – De Magistris: “Campania fuori controllo, intervenga Conte” – Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha lanciato un appello al premier Conte affinché intervenga per risolvere la situazione in Campania, la cui situazione, secondo il primo cittadino, è “fuori controllo”. “Trovo sconcertante – ha dichiarato De Magistris – che, senza comunicazione ufficiale per correttezza istituzionale, De Luca attraverso i suoi canali social comunichi di aver deciso il lockdown”. De Magistris ha poi continuato: “È davvero una giornata di rabbia e di grande amarezza. Chiedo al governo di intervenire subito con misure adeguate sul piano sociale, sanitario ed economico. È l’appello che faccio come sindaco di Napoli”.
Ore 17,35 – In Campania si lavoro a ordinanza per lockdown – Dovrebbe arrivare nelle prossime 48 ore, tra domani e domenica, l’ordinanza del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che dispone il lockdown totale per la Regione. È quanto apprende l’Agi da fonti della Regione dopo l’annuncio fatto oggi dallo stesso De Luca. Al provvedimento si sta lavorando in queste ore e nel frattempo l’ente invierà al governo una richiesta formale.
Ore 17,00 – Il bollettino di oggi – È di 186.002 persone attualmente positive (+16.700), 37.059 morti (+91), 261.808 guariti (+2.352), per un totale di 484.869 casi (+19.143), il bilancio inerente all’epidemia di Coronavirus in Italia emerso dal consueto bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione Civile e dal ministero della Sanità. Dei 186.002 attualmente positivi, 10.549 (+855) sono ricoverati in ospedale, 1.049 (+57) necessitano di terapia intensiva, mentre 174.404 (+15.788) si trovano in isolamento domiciliare. Oggi si registra un consistente aumento dei casi: nelle ultime 24 ore, infatti, sono stati segnalati 19.143 nuovi contagi a fronte dei 16.079 registrati ieri. Aumenta anche il numero dei tamponi effettuati: 182.032 contro i 170.392 test realizzati ieri. Diminuisce il numero dei morti (91 contro i 136 di ieri), mentre aumenta il numero dei ricoveri ospedalieri (+855 contro i +637). Calano, rispetto alla giornata precedente, gli incrementi dei ricoveri in terapia intensiva (oggi +57, ieri erano +66), anche se i posti occupano ormai hanno superato le 1000 unità. Per quanto riguarda le Regioni, quella che registra il maggior incremento dei casi è ancora una volta la Lombardia con 4.916 nuovi contagi, seguita dalla Campania con 2.280 (le due Regioni da sole superano il picco nazionale raggiunto a marzo con 6.554 nuovi casi), dal Piemonte con 2.032 e dal Veneto con 1.550. Sopra i mille casi anche Lazio e Toscana. Il bollettino.
Ore 16,00 – Occupati 15% dei posti letto in terapia intensiva – Sono il 15% su 6.628 ad oggi attivi i posti letto occupati in terapia intensiva per casi Covid. È quanto emerge nel report settimanale del commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus. Questa percentuale scende all’11% – si sottolinea nel report – con gli ulteriori 1.600 posti letto attivabili con i ventilatori già distribuiti alle Regioni.
Ore 15,30 – Ministro Boccia: “Sono positivo al Covid”- Il ministro per gli Affari regionali e Autonomie Francesco Boccia è risultato positivo al Coronavirus. Lo ha dichiarato lui stesso sui social: “È arrivata la notizia che temevo: sono anch’io positivo al SARS-CoV-2. Sono completamente asintomatico e, per fortuna, come da protocollo, sono già in isolamento da giorni. Il virus purtroppo è tra noi e ci colpisce nei luoghi in cui ci sentiamo più al sicuro, come in casa. Siate tutti responsabili, prudenti e rigorosi: usate la mascherina e mantenete le distanze. Io intanto mi rimetto al lavoro; buona giornata a tutti”. Nei giorni scorsi, la moglie, l’ex ministro Nunzia De Girolamo, era risultata positiva al Coronavirus. Leggi la notizia completa.
Ore 15,00 – Campania, oggi 2280 positivi. De Luca: “Fare come a marzo” – Oggi su 15.800 tamponi realizzati in Campania, 2280 sono risultati positivi. Lo ha anticipato il governatore della Campania Vincenzo De Luca in una diretta Facebook in cui ha sottolineato che “oggi abbiamo il 14,5% dei contagi rispetto al 12,8% di ieri”. Il presidente della Regione, poi, ha invocato il lockdown dichiarando: “Dobbiamo fare quello che abbiamo fatto a marzo”.
Ore 14,00 – De Luca chiede a Conte il lockdown in Campania – Il governatore della Campania Vicenzo De Luca ha chiesto al premier Conte di attuare subito un lockdown totale. De Luca, infatti, ha scritto sul suo profilo Facebook: “I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. È necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali (industria, agricoltura, edilizia, agro-alimentare, trasporti). È indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate. In ogni caso la Campania si muoverà in questa direzione a brevissimo”. Leggi la notizia completa.
Ore 13,30 – Coprifuoco e didattica a distanza in Calabria, firmata ordinanza – Sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre 2020; sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, le attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica; stop agli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo; divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso; accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione. Sono queste le principali misure contenute nell’ordinanza firmata dal presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che dovranno essere osservate fino 13 novembre prossimo, per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il provvedimento dispone “l’obbligo, sull’intero territorio regionale, di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché l’obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto, a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi e, comunque, con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”.
Ore 12,15 – Sicilia, scatta la quinta zona rossa: pronte altre chiusure – A Torretta, in provincia di Palermo, scatta la zona rossa, dopo che 70 persone sono state trovate positive al coronavirus: dalle 14 di oggi alla mezzanotte del 30 ottobre. E’ la quinta nell’Isola dopo Sambuca di Sicilia in provincia Agrigento (fino al 7 novembre), Mezzojuso, nel Palermitano (24 ottobre), e Galati Mamertino, in provincia di Messina (25 ottobre), Randazzo, nel Catanese (26 ottobre). E si attende nelle prossime ore la nuova ordinanza del presidente della Regione siciliana: il governo siciliano ha preso atto delle proposte avanzate dal Comitato tecnico scientifico siciliano. Nel pomeriggio è prevista un’interlocuzione con il ministro della Salute per valutare, “congiuntamente e nello spirito di leale collaborazione”, spiega la presidenza della Regione, alcune delle proposte da adottare nel territorio siciliano. Alla luce anche dei rapporti sull’andamento epidemiologico redatti dagli esperti, il presidente della Regione, Nello Musumeci, emanerà nelle prossime ore una propria ordinanza che avrà come filo conduttore la “linea della fermezza e del rigore” seppure “con chiusure parziali”, allo scopo di contenere il diffondersi del contagio nel territorio siciliano. Tra le misure ci sarebbero la previsione della didattica a distanza per le classi dal secondo al quinto anno delle scuole superiori; la chiusura dei locali alle 23 e il limite del 50 per cento della capienza nei mezzi pubblici, con l’Esercito coinvolto anche per allestire gli ospedali da campo. Nel frattempo a Palermo parte stasera il divieto di “stazionamento” dalle 21 alle 5 del mattino per il fine settimana in una vasta area del centro della città.
Ore 10,10 – Fontana: “O riduciamo la gente che va a scuola o quella che va al lavoro” – “O riduciamo la gente che va al lavoro o riduciamo la gente che va a scuola”: non vede altre soluzioni il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che a SkyTg24 è intervenuto per parlare delle prossime misure messe in campo dalla sua Regione per arrestare l’avanzata dei contagi da Covid-19. Il presidente ha parlato anche di un possibile lockdown generalizzato, senza però sbilanciarsi troppo: “Se con i provvedimenti che stiamo assumendo e che abbiamo assunto in questi giorni il contagio dovesse rallentare, non necessariamente fermarsi, ma rallentare, si potrebbe probabilmente evitare. Se l’impennata dovesse continuare può darsi che si preda un provvedimento diverso”. Qui tutti i dettagli.
Ore 09.00 – Covid, Ranieri Guerra: “Il lockdown provocherebbe rivolte armate: evitiamolo” – “Dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato perché provocherebbe rivolte armate”: è l’opinione di Ranieri Guerra, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità nel Comitato tecnico scientifico, intervistato da Il Fatto Quotidiano. “Le persone – ha continuato – sono state sfinite dai tre mesi di lockdown. Purtroppo poi in estate hanno abbassato troppo la guardia incoraggiate anche da colleghi che non capisco bene che lavoro facciano. Adesso bisogna, però, fare anche una valutazione sullo stato di salute mentale di tutti e dei nostri figli” (Qui l’articolo completo).
Ore 08.00 – Il piano del governo: lockdown o coprifuoco alle 21 se i contagi non calano in 7 giorni – Il Governo pensa già oltre l’ultimo Dpcm emanato per far fronte alla risalita dei contagi da Covid in Italia e, se le cose nei prossimi giorni non dovessero migliorare, è pronto a un’ulteriore stretta. L’esecutivo si è dato una deadline di una settimana: se entro 7 giorni nuovi casi e pazienti deceduti continuassero a crescere – dimostrando l’inefficacia (o almeno la tardività) degli ultimi provvedimenti – il premier Giuseppe Conte dovrà fare un passo in più. In che direzione? Al momento, le alternative sono due: una più cauta (e quindi preferita dal presidente del Consiglio) e una più drastica. Nel primo caso, infatti, si potrebbe prevedere un coprifuoco esteso a tutta Italia già a partire dalle 21. Nel secondo caso, si realizzerebbe lo spauracchio lockdown generalizzato, con possibilità di uscire da casa soltanto per andare a scuola o al lavoro, dunque limitando al massimo le “attività non essenziali” (Leggi l’articolo completo).
Ore 07.30 – Sicilia verso stretta a locali e trasporti,Dad in licei – Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, si appresta a firmare una nuova ordinanza più restrittiva. Ieri è stato fino a tarda sera impegnato in una riunione di Giunta che ha esaminato la relazione del Comitato tecnico scientifico regionale. Tra le misure ci sarebbero la previsione della didattica a distanza per le classi dal secondo al quinto anno delle scuole superiori; la chiusura dei locali alle 23 e il limite del 50 per cento della capienza nei mezzi pubblici, con l’Esercito coinvolto anche per allestire gli ospedali da campo. Ieri la Regione ha istituito la quinta zona rossa in Sicilia, a Torretta, nel Palermitano: scatta alle 14 di oggi e resterà in vigore fino al 30 ottobre dopo che 70 persone sono state trovate positive al coronavirus. L’ultimo bollettino rende conto di 8 nuovi decessi e di 796 casi in più. Gli attuali positivi sono 8.540. I nuovi ricoveri in terapia intensiva sono 6 (89 in totale). E da oggi a Palermo vietati per tutto il fine settimana gli ‘stazionamenti’ nelle aree della movida, in ampie aree del centro, dalle 21 alle 5.
Ore 07.00 – Calabria verso coprifuoco, Dad in medie e superiori – Potrebbe arrivare nella giornata di oggi una nuova ordinanza della Regione Calabria che prevede ulteriori limitazioni per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, nelle prossime ore – secondo quando si è appreso – dovrebbe adottare e firmare un’ordinanza che prevede il “coprifuoco” dalle ore 24 alle 5 della mattina, la didattica a distanza (Dad) nelle scuole medie e nelle scuole superiori (mentre resta in presenza in asili e scuole elementari), limitazioni alle visite negli ospedali nelle Rsa e la sospensione delle visite specialistiche non urgenti. L’ordinanza resterà in vigore per due settimane.
Il provvedimento – secondo quanto sottolineato da Spirlì – si rende necessario per l’aumento esponenziale di casi positivi di coronavirus registrato negli ultimi giorni in Calabria, con “picchi” di oltre 100 contagi al giorno, di molto superiori alla media regionale dall’inizio dell’emergenza. La nuova ordinanza arriva anche a conclusione di una serie di contatti tra Spirlì, i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione e i sindaci delle principali città calabresi.
Ore 06.30 – Protesta ristoratori a Milano, “Andrà tutto all’asta” – Due cartelli significativi sono stati mostrati questa sera dai ristoratori del Lodigiano sotto il palazzo della giunta regionale lombarda per protestare contro il coprifuoco alle 23. Il primo ha il simbolo dell’arcobaleno che nasce dalle nuvole, usato durante i primi giorni del lockdown nei disegni dei bambini, con la scritta “Andrà tutto bene”, ma è parafrasato in chiave negativa, con la dicitura “Andrà tutto all’asta”. L’altro striscione invece recita: “Codogno non ci sta più”. La protesta dei titolari dei locali della zona da cui è partita l’epidemia in Italia, è stata rilanciata anche nei gruppi social. “Come ristoratori e baristi della prima zona rossa ci siamo radunati sotto il Palazzo della Regione per far sentire la nostra voce dopo mesi di sofferenza. Codogno, Casalpusterlengo e tutta la ‘zona rossa’ hanno già subito troppe restrizioni e limitazioni che hanno provocato danni economici notevoli, che con questo secondo lockdown vogliono dire, per molte attività, la chiusura definitiva. Chiediamo solo di poter lavorare, impegnandoci a garantire la sicurezza per tutti i nostri clienti e per tutti i nostri dipendenti”, spiega uno dei partecipanti al flash mob, durato una decina di minuti e con pochi partecipanti, anche a causa della pioggia.
Ore 00.30 – Crisanti: “Per tornare a controllare l’epidemia servono tre mesi di restrizioni” – Secondo il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti per arrivare a un “reset” e abbattere le cifre del contagio troppo alte registreate in questi giorni servono tre mesi di restrizioni. Ospite del programma di La7 Piazza Pulita, Crisanti ha affermato che sarebbe stato meglio effettuare tamponi a tappeto, almeno 300-400.000 al giorno, estendendoli alle reti allargate dei positivi, in modo da rompere la catena di contagi il prima possibile. Ora “siamo al punto di partenza”, perché non è più possibile identificare subito gli infetti e i loro contatti, isolando i piccoli focolai. Il virus ha di nuovo preso la rincorsa fuori dal controllo delle autorità sanitarie. “Il sistema di tracciamento italiano si è sbriciolato una settimana fa. Per rintracciare le catene, considerati i 16.000 contagi di oggi, dovremmo individuare 160.000 persone. Non esiste nessun sistema al mondo in gradi di fare questo”, ha osservato Crisanti (Leggi l’articolo completo).
Roma: piazze movida chiuse dalle 21 alle 24 nei weekend – Le piazze della movida di Roma chiuse al pubblico nelle serata del weekend. Campo de’ Fiori, piazza Trilussa a Trastevere, piazza Madonna de’ Monti, via del Pigneto e via Pesaro saranno off-limits nelle giornate di venerdì e sabato dalle 21 alle 24. È quanto prevede la bozza dell’ordinanza per limitare la diffusione del Covid che la sindaca Raggi dovrebbe firmare nelle prossime ore.
Lombardia: t.i sopra 150, domani riapre ospedale Fiera – Il numero dei ricoverati in terapia intensiva in Lombardia oggi ha superato quota 150, indicatore oltre il quale era stato deciso di riattivare l’ospedale in Fiera a Milano. Per questo domani, 23 ottobre, la struttura inizierà ad accogliere i primi pazienti. Lo annuncia in una nota la Regione Lombardia.
Il bollettino di ieri – È di 169.302 persone attualmente positive (+13.860), 36.968 morti (+136), 259.456 guariti (+2.082), per un totale di 465.726 casi (+16.079), il bilancio inerente all’epidemia di Coronavirus in Italia emerso dal consueto bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione Civile e dal ministero della Sanità. Dei 169.302 attualmente positivi, 9.694 (+637) sono ricoverati in ospedale, 992 (+66) necessitano di terapia intensiva, mentre 158.616 (+13.157) si trovano in isolamento domiciliare. Oggi si registra un ulteriore aumento dei nuovi casi con 16.079 nuovi contagi a fronte dei 15.199 registrati ieri. Leggermente inferiore il numero dei tamponi realizzati: 170.392 contro i 177.848 di ieri. Aumentano anche i morti (136 contro i 127 di ieri, mai così tanti dal 21 maggio scorso quando furono registrati 157 decessi), mentre sono più o meno stabili gli incrementi dei ricoveri ospedalieri. I ricoveri ordinari oggi infatti registrano un +637 (ieri erano stati +603), mentre le terapie intensive aumentano di 66 unità (ieri era stato registrato il dato di +56). Per quanto riguarda le Regioni, quella che registra il maggior incremento dei casi è la Lombardia con 4.125 nuovi contagi, seguita dal Piemonte con 1.550, dalla Campania con 1.541 e dal Veneto con 1.325 nuovi contagi. Superano i mille casi giornalieri anche Lazio (1.251) e Toscana (1.145). Il bollettino.
Speranza: “Tamponi rapidi in farmacia” – I tamponi rapidi si potranno fare in farmacia. Lo ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso di una riunione con le Regioni. “In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia” ha dichiarato il ministro.
Milano: 14 ospiti e 5 dipendenti positivi al Pio Albergo Trivulzio – Al Pio Alberto Trivulzio di Milano, una delle Rsa più colpite dalla prima ondata di Coronavirus, 14 ospiti e 5 dipendenti tra terapisti, infermieri, amministratori e operatori del poliambulatorio, sono risultati positivi al Covid. È quanto si legge nel bollettino medico della settimana dal 12 al 16 ottobre pubblicato sul sito del Pat. Leggi la notizia completa.
Scuola: Conte,serve risposta globale contro rischio catastrofe – “Sono onorato di unirmi a voi oggi in questa sessione straordinaria del Global Education Meeting. Straordinario come purtroppo è stato il disagio nell’accesso all’istruzione causato dalla pandemia in tutto il mondo. Straordinaria deve essere anche la risposta da parte della comunità globale al rischio di una catastrofe generazionale e l’impegno che tutti ci assumeremo per non perdere l’occasione di un nuovo inizio, nell’interesse dei nostri giovani e dei nostri figli”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un video messaggio in occasione del Global Education Meeting 2020.
Magrini (Aifa), ok a vaccino tra gennaio e febbraio – “La valutazione dell’Europa per il vaccino di Astrazeneca, che è uno dei tre più avanti nella sperimentazione, è iniziata ma per ora abbiamo solo i dati sugli animali. Ancora non ci sono stati sottomessi i dati degli studi clinici”. Lo ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ad Agorà su Rai 3. “Penso che tardino fino a novembre – ha proseguito – per avere più dati, perché quello che conta è sapere non solo se c’è la risposta immunitaria, che c’è nei vaccini di Astrazeneca, Pfizer e Moderna. Le novità riguardano la capacità produttiva per dicembre: l’approvazione potrebbe arrivare tra gennaio e febbraio. I tempi sono straordinariamente veloci rispetto a quelli soliti, ovvero anni, qui si parla di mesi. Capisco che c’è una meta psicologica per fine anno, ma se non è dicembre e sarà gennaio è la stessa cosa”. “I tre vaccini, che poi in realtà sono sette – ha sottolineato ancora – se anche uno avesse uno stop, si vedrà, ma per ora non ci sono segnali. Qualcuno ha detto che le agenzie regolatorie hanno iniziato a valutare i vaccini anti-Covid ma – ha insistito Magrini – si sono cominciati a valutare i dati delle sperimentazioni sugli animali, che sono preliminari. I dossier dei vaccini sono decine di migliaia di pagine e quindi si sono cominciati a studiare. La produzione è cominciata e poi ci sono i tempi della somministrazione. Una volta che i vaccini saranno disponibili – ha concluso – prima andranno alla popolazione a rischio e poi a tutti”.
Magrini(Aifa), cortisone e eparina cardini della terapia – “Certamente il cortisone rappresenta oggi uno dei cardini della terapia: uno studio inglese ha mostrato una forte riduzione della mortalità. E l’eparina è diventato un altro pilastro del trattamento”. Lo ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ad Agorà su Rai 3, a proposito delle terapie contro il Covid.
Scuola: quarantena personale e alunni per un altro asilo Palermo – Disposta la quarantena per tutto il personale, le bambine e i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia comunale “Altarello” di Palermo. Il provvedimento, che riguarda complessivamente ventuno persone, tra adulti e minori, è stato comunicato all’amministrazione cittadina dal Dipartimento prevenzione dell’Asp, in seguito alla segnalazione del caso di positività di un dipendente della struttura educativa avvenuta il 14 ottobre scorso. Da allora l’attività è stata sospesa e la scuola dell’infanzia chiusa. Alla fine della quarantena, adulti e minori dovranno sottoporsi al tampone rapido in modalità drive-in secondo le modalità che indicherà l’Usca.
Nuove restrizioni in Sardegna, attesa ordinanza Solinas – Il presidente della Regione Sardegna deciderà entro 24/48 ore se adottare un’ordinanza con maggiori restrizioni per far fronte alla crescita di contagi nell’isola. È quanto emerso da una riunione di capigruppo in consiglio regionale alla quale ha partecipato anche il governatore. Si tende a escludere un lockdown generalizzato, ma si pensa a provvedimenti mirati, probabilmente sulla falsariga di quelli di altre regioni, e comunque concordati col comitato tecnico scientifico. Ieri Solinas aveva avvertito che la Regione era pronta, nel caso di una crescita dei ricoveri, a intervenire “in maniera radicale”. Il governatore aveva parlato di uno ‘stop&go’ di 15 giorni per le principali attività, con contestuale chiusura di porti e aeroporti, d’intesa con il ministro della Salute. Questo per “limitare in modo rapido e incisivo la circolazione delle persone e, con esse, del virus”.
Zaia: “Entro lunedì ordinanza con nuove restrizioni” – “Nei prossimi giorni, da qui a lunedì, emetterò una ordinanza dove ci saranno delle restrizioni, non da lockdown, ma comunque in grado di limitare la possibilità di contatto tra i cittadini”. L’ha annunciato, senza fornire ulteriori dettagli, il governatore del Veneto Luca Zaia parlando oggi nel corso di un punto stampa.
Germania dichiara a rischio 12 regioni italiane – Dopo aver annunciato un nuovo record anche in Germania con oltre 11mila casi di Covid-19 in un giorno, l’istituto tedesco Robert Koch ha lanciato l’allarme, definendo “molto grave” la situazione globale, e ha indicato 12 regioni italiane fra le zone “a rischio” di provenienza per chi arriva in Germania. Si tratta di Alto Adige, Valle d’Aosta, Umbria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto, Lazio, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Sardegna. L’‘avviso di viaggio’ entrerà in vigore a partire dalle ore 24 di venerdì. Per chi entra in Germania dalle aree dichiarate a rischio scatta l’obbligo di quarantena. Di norma, la lista dell’Rki viene assunta dal governo tedesco. Inoltre, il Koch Institut ha esteso la lista delle aree anche l’Austria, con la sola eccezione della Carinzia, nonché la Svizzera, la Polonia e l’Irlanda. Anche il Regno Unito è stato classificato zona a rischio, ad esclusione delle isole di Man e della Manica, ossia Guernsey e Jersey. Mentre nella lista compaiono anche la Svezia, la Bulgaria e la Croazia, ne sono state cancellate le Isole Canarie, che fanno parte della Spagna. Nella lista delle zone a rischio entrano le regioni in cui si superano i 50 nuovi contagi ogni 100mila abitanti in una settimana.
Camera, 60 deputati in quarantena: 17 positivi – Al momento, viene riferito, sono circa 60 i deputati in quarantena, di cui 17 (erano 18, ma oggi un deputato è stato dichiarato guarito) risultati positivi al Covid. I numeri, viene spiegato, potrebbero cambiare la prossima settimana, quando termineranno i giorni di isolamento di alcuni deputati entrati in contatto con colleghi positivi al coronavirus. Intanto, Montecitorio decide di potenziare ulteriormente le misure per la prevenzione della diffusione del virus: l’ultima decisione assunta dai Questori riguarda l’uso delle mascherine. E’ reso obbligatorio sempre, viene riferito, anche quando si interviene in Aula. Oggi, infatti, nel dibattito successivo all’informativa del premier Giuseppe Conte sul nuovo Dpcm, tutti i deputati che sono intervenuti hanno parlato con la mascherina indossata sul volto, mentre prima nelle postazioni ad hoc allestite al centro dell’emiciclo si poteva parlare senza la mascherina.
L’epidemiologo La Vecchia: “Carica virale altissima in alcuni asintomatici” – Nelle ultime settimane di pandemia da Coronavirus in Italia, siamo stati spesso portati a pensare che visto che la seconda ondata è caratterizzata da un’altissima percentuale di asintomatici, questi avessero una carica virale più bassa. A scardinare questa tesi ci pensa però l’epidemiologo Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli studi di Milano, che in un’intervista al Corriere della Sera spiega: “Ci sono soggetti che diffondono il virus molto più facilmente di altri, tenendo però presente che anche la ‘predisposizione’ a essere contagiati cambia. Misurare la carica virale su vasta scala richiede ancora tecnologie sofisticate e costose. In più la moltiplicazione delle molecole Rna del virus varia da soggetto a soggetto: ad esempio ci sono asintomatici con carica virale altissima. È quindi difficile, su base scientifica, correlare l’alta carica virale al numero dei ricoveri. Misurare la carica virale è importante per i pazienti a lungo positivi, dopo diversi tamponi ancora costretti a casa: valutandola si stabilisce se persiste il pericolo di contagio o meno”. Qui tutti i dettagli.
Zaia: “Sulle nuove restrizioni decidono i numeri, non la politica” – Il Coronavirus in Italia accelera sempre di più e singole Regioni come Lombardia, Campania e probabilmente Lazio stanno iniziando a imporre nuove restrizioni come il coprifuoco notturno. Una prospettiva che, al momento, non riguarda il Veneto, anche se l’apprezzatissimo governatore Luca Zaia – rieletto con una maggioranza bulgara alle ultime Regionali – non si sente di escluderlo per il futuro: “Oggi siamo sotto pressione. Ma se c’è una cosa che ci ha insegnato il Covid, è che ogni giorno ha la sua pena. E dunque, da qui a pochi giorni potremmo ritrovarci al centro del ciclone”, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. Qui tutti i dettagli.
Ipotesi nuovo lockdown: la soglia che lo fa scattare – Il governo ha fissato una soglia limite, oltre la quale lo spettro di un nuovo lockdown diventerebbe concreto: 2300 persone in terapia intensiva. Il monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità detterà le linee guida da seguire, in base all’indice Rt delle varie zone. Per questo il governo sta lavorando di concerto con i governatori delle singole Regioni. Le misure prese finora, come il coprifuoco e l’obbligo di mascherine anche all’aperto, potrebbero non bastare. Molti ospedali sono già in affanno, oltre al fatto che l’età media dei ricoverati si è notevolmente abbassata rispetto alla prima ondata. Se le persone in terapia intensiva ad oggi superano le 900 unità, la convinzione è che oltre le 2300 persone il sistema rischierebbe di collassare. Leggi la notizia completa
Lazio, pronta l’ordinanza sul coprifuoco – Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, è pronto a firmare la nuova ordinanza che prevede il coprifuoco all’interno della Regione tra le 24 e le 5. L’ordinanza prevede anche un aumento dei posti letto riservati ai pazienti Covid per arrivare ad un totale di 2913, di cui 552 da dedicare alla terapia intensiva. Gli spostamenti in orario notturno saranno consentiti solo per motivi urgenti o di lavoro e dovranno essere comprovati tramite un modulo di autocertificazione che sarà a disposizione sul sito della Regione Lazio.