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Home » Cronaca

Decreto coronavirus: le misure del governo su scuole, università e sport

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Decreto coronavirus su scuole, università e sport: cosa prevede

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm (Decreto della presidenza del consiglio dei Ministri) odierno sull’emergenza coronavirus nella tarda serata di oggi, mercoledì 4 marzo. Attività didattica sospesa nelle scuole e nelle università di tutta Italia fino al 15 marzo.Scuole e università di tutta Italia chiuse fino al 15 marzo, manifestazioni sportive a porte chiuse per tutelare la salute dei cittadini e nuove misure prudenziali per evitare l’aggravarsi dell’emergenza Coronavirus in Italia: sono questi i punti principali del nuovo decreto del governo Conte. Un provvedimento che arriva al termine di una giornata molto impegnativa per l’esecutivo, impegnato fin dal mattino in riunioni fiume per prendere importanti decisioni soprattutto sull’interruzione delle attività didattiche in tutta la penisola, anche al di fuori della zona rossa.

Ma cosa prevede nel dettaglio il decreto del governo sul Coronavirus?

Coronavirus, cosa prevede il decreto su scuole e università

Come già anticipato pomeriggio nel corso di una conferenza stampa congiunta tra il premier Conte e la ministra Azzolina, all’interno del decreto del governo c’è anche l’atteso passaggio sulla chiusura delle scuole e delle università. Gli istituti, infatti, rimarranno chiusi in tutta Italia da domani, 5 marzo 2020, fino al 15 marzo. “Per il governo – ha spiegato la ministra dell’Istruzione Azzolina – non è stata una decisione semplice, abbiamo aspettato il parere del comitato tecnico-scientifico. Alla fine, abbiamo deciso di sospendere le attività didattiche anche al di fuori della zona rossa”.

Nel corso della conferenza stampa, il premier Giuseppe Conte ha anche spiegato cosa è successo all’ora di pranzo, quando alcune indiscrezioni di stampa avevano già confermato la chiusura di scuole e università, obbligando la Azzolina a una smentita: “Quello di stamattina – ha detto il presidente del Consiglio – non era formalmente un Cdm, ma una riunione per l’emergenza coronavirus. Avvalendoci del consulto degli esperti, l’orientamento del Consiglio dei ministri è stato quello di chiudere le scuole e le università in via prudenziale. Nonostante ciò, è stato chiesto un approfondimento al comitato scientifico: la valutazione è arrivata solo adesso. La notizia che è uscita oggi a pranzo non doveva uscire, perché non era ancora una decisione ufficiale”.

Le decisioni sulle manifestazioni sportive

Nel pomeriggio, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora aveva anticipato che il campionato di Serie A non sarebbe stato interrotto, ma che si sarebbe giocato a porte chiuse. Alla fine, il decreto prevede che, al netto della “sospensione di eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato”, resti consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020 (ovvero quelli appartenenti alla “zona rossa”) lo svolgimento degli eventi e delle competizioni previste.

La condizione è che sia possibile consentire il rispetto delle raccomandazioni contenuto nello stesso decreto, ovvero il mantenimento della distanza di sicurezza e altre misure di igiene personale. “Le sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico,  le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente “a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d”, recita il decreto.

Disposizioni sugli accompagnatori e parenti di pazienti ricoverati

Agli accompagnatori è fatto divieto “di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto”. L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione.

Lavoro da casa

Sullo smart working le disposizioni sono queste: “La modalità di lavoro agile può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti”.

Misure igienico sanitarie

a) Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute e comunque evitare abbracci, strette di mano e contatti fisici diretti con ogni persona;
c) igiene respiratoria (starnutire o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
d) mantenere in ogni contatto sociale una distanza interpersonale di almeno un metro;
e) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, anche durante l’attività sportiva;
f) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
g) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
h) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
i) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
l) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate.

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