Coronavirus in Italia, la ripartenza fissata per il 4 maggio?
Coronavirus in Italia, la ripartenza fissata per il 4 maggio?
La data da fissare sul calendario è quella del 4 maggio 2020. Secondo quanto riporta oggi La Repubblica, la vera ripartenza in Italia, dopo l’emergenza Coronavirus e conseguente quarantena, potrebbe esserci per questa giornata di inizio maggio.
Dopo l’ufficializzazione da parte del ministro della Salute Roberto Speranza del prolungamento delle misure restrittive almeno fino a Pasqua, governo e Protezione Civile hanno iniziato a lavorare al dopo. Una lenta e graduale ripresa di alcune attività potrebbe verificarsi già subito dopo Pasqua (12 aprile), ovviamente sempre se i numeri dovessero confermare il superamento dell’epidemia, mentre la maggior parte delle misure di contenimento potrebbero essere mantenute fino al 4 maggio 2020.
Le motivazioni? Oltre all’evolversi della pandemia, si starebbe tenendo conto dei ponti che ridurranno i giorni lavorativi. Il Governo, secondo quanto riporta il quotidiano, vorrebbe infatti prolungare il lockdown almeno fino a dopo il 1 maggio per evitare possibili uscite di massa nei giorni festivi, che potrebbero vanificare gli sforzi fatti fino ad ora e quindi far risalire o riesplodere i contagi.
Riapertura dei negozi e distanziamento sociale: la vita dopo il lockdown
Obbligo di indossare le mascherine nei luoghi pubblici e rispetto delle norme di distanziamento sociale: queste alcune delle misure che andranno adottate dopo il lockdown una volta terminata l’emergenza di Coronavirus in Italia.
La strada per un graduale ritorno alla normalità è ancora lunga, ma il governo ha già incominciato a pensare al post serrata. Sicuramente, come già preannunciato già dal ministro della Salute Roberto Speranza, le misure restrittive verranno prolungate almeno fino a Pasqua. Dopodiché se i numeri confermeranno che l’epidemia di Covid-19 è vicina al termine, inizieranno a riaprire le prime attività imprenditoriali collegate alla filiera alimentare e farmaceutica finora non comprese tra i servizi essenziali. Di certo, tutti quei luoghi dove è maggiore l’affollamento, dai ristoranti ai bar sino alle discoteche e alle sale convegni, sono, al momento, inserite in fondo alla lista.
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