Coronavirus, l’indice di contagio R0 regione per regione: i dati aggiornati
Coronavirus, l’indice di contagio R0 nelle varie regioni: i dati aggiornati
Se ne parla dall’inizio della pandemia da Coronavirus in Italia, ma con l’avvio ufficiale della Fase 2 l’indice di contagio R0 ha assunto il ruolo di protagonista principale: è questo valore, calcolato per le singole regioni, l’unico che può dare indicazioni certe su come proseguiranno le riaperture nel nostro Paese. R0, come ormai risaputo, indica quante persone vengono contagiate da un individuo positivo. Più si abbassa, più sarà veloce la ripartenza. Gli scienziati dell’Istituto superiore di sanità, oggi, spiegano che è più corretto parlare di Rt, ovver l’R0 nel tempo, dopo che sono entrate in vigore le misure di contenimento. Ma il tema principale, in questi primi giorni di allentamento di quelle misure, è: quanto salirà R0 (o Rt) adesso che i cittadini avranno molte più occasioni di contatto?
Innanzitutto bisogna considerare che il valore di R0 è una stima. Basata su alcuni algoritmi e soprattutto molto legata a due fattori: il numero di tamponi che vengono effettuati (più se ne fanno, più è precisa la proiezione sul resto della popolazione) e gli asintomatici, che invece non vengono mai considerati. Il suo valore si abbassa quando calano i contatti tra persone, come nel lockdown, oppure quando sale il numero degli immuni. Secondo il governo e il Comitato tecnico scientifico, perché la situazione in Italia cominci davvero a essere tranquilla (e vengano così permessi anche gli spostamenti da una regione all’altra), R0 deve raggiungere la soglia dello 0,2. Al momento, solo una Regione su 20 ha questo requisito: l’Umbria.
R0, i valori delle singole regioni
Andiamo quindi ai dati di R0 (o Rt) regione per regione. Partendo da quella più colpita di tutte. Ieri, il vicepresidente della Lombardia Fabrizio Sala ha annunciato con orgoglio che l’indice di contagio della sua Regione è dello 0,75: un valore più basso rispetto alla media nazionale, che è dello 0,8. Il dato comunicato da Sala, però, è diverso da quello indicato dagli ultimi dati dell’Iss, risalenti al 27 aprile, è che vedono l’R0 lombardo a 0,53.
La regione con il valore più alto di R0, al momento, è il Molise: 0,84. Segue la Puglia con 0,78, il Piemonte con 0,75 e l’Emilia-Romagna con 0,72. La Sardegna è a 0,66, la Toscana e la Sicilia a 0,64, il Lazio a 0,62. Continuando, la provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia hanno un R0 di 0,61, l’Abruzzo di 0,55, la Lombardia e il Veneto di 0,53, la Valle d’Aosta e la Calabria di 0,52. Chiudono questa “classifica” la provincia autonoma di Trento (0,42), la Basilicata (0,35) e l’Umbria (0,19).
Una volta osservati i dati delle singole regioni, occorre però fare una precisazione. Se, di base, più è basso il valore e più il rischio contagio all’interno di quella regione si abbassa, bisogna anche considerare alcuni altri fattori. In ogni regione, infatti, come spiega al Corriere della Sera Stefano Merler, epidemiologo della Fondazione Kessler, tocca guardare al numero dei contagiati e a quello degli immuni. “In Lombardia è alto il primo, ma anche il secondo. La Basilicata ha pochi contagiati, ma se si sviluppasse l’infezione avrebbe una platea potenziale più ampia. Dunque bisogna sempre bilanciare”, ha spiegato Merler.
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