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Coronavirus in tempo reale | Mappa e dati aggiornati nel mondo, paese per paese: tutti i dati

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Coronavirus in tempo reale | Mappa e dati oggi aggiornati paese per paese

CORONAVIRUS IN TEMPO REALE – Nel mondo è emergenza Coronavirus. Tantissimi paesi, Italia compresa, in questi giorni sono alle prese con il virus Covid-19 che sta procurando tantissime vittime: superata quota 13 mila. Sono invece oltre 300 mila i contagi. Di seguito la mappa e i dati aggiornati in tempo reale paese per paese con tutte le ultime notizie:

I dati in tempo reale sul Coronavirus nel mondo
I dati in tempo reale sul Coronavirus in Italia

A mettere a punto questo utilissimo software sono stati gli scienziati del Center for Systems Science and Engineering (CSSE), integrato nel Dipartimento di Ingegneria Civile e dei Sistemi presso l’Università Johns Hopkins. I dati vengono costantemente raccolti dai principali enti sanitari internazionali e nazionali. Fra essi vi sono l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO); i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani; l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC); i CDC China; NHC e DXY.

La tabella aggiornata in tempo reale con i dati sul Coronavirus paese per paese

Perché in Lombardia si muore? Gli errori di Fontana e altre sette importanti ragioni

1) La Lombardia è stato il primo focolaio silente del paese e d’Europa. Questo primato è stata la nostra condanna. A gennaio e febbraio la Cina ci sembrava lontana. Quegli 8000 km che ci separano da Wuhan parevano una sufficiente distanza di sicurezza e l’idea anche il virus fosse già qui, pareva improbabile. Fior di virologi, in quel periodo, hanno affermato “In Italia il rischio è zero”. Invece il virus se ne stava già andando in giro, in Lombardia. Era nelle nostre città, nei nostri paesi, sui nostri treni, nelle nostre case, nei nostri ospedali in Lombardia. Probabilmente già da gennaio.

Il paziente 1 non era il contagiato 1. Era solo il primo paziente a cui è stato diagnosticato il Coronvirus, ovviamente. Lui è stato ricoverato la sera del 20 febbraio, ma stava male da giorni. In una clinica del piacentino c’era un vecchietto che stava male dal 10 e, presumibilmente, qualcuno è stato male anche prima. (oppure era asintomatico). È probabile che il paziente 0 sia stato qualcuno che è partito a Capodanno per la Cina, dalle zone di Codogno. O che sia finito su un aereo con qualcuno che aveva contratto il virus in Cina. Non sono un epidemiologo ma se dovessi partire da qualche parte, partirei da qui. Dai viaggi intorno a Capodanno degli abitanti di quella zona. Fatto sta che la totale inconsapevolezza di quello che stava accadendo ha reso cittadini e medici lombardi le vittime perfette. Quando abbiamo capito, il virus era già ovunque. Chi è arrivato dopo, ha avuto un po’ di vantaggio. Noi no. Noi eravamo già fregati.

 

2) Sul fatto che il contagiato zero fosse transitato nelle zone del basso lodigiano non ci sono dubbi. Forse Codogno, forse Casalpusterlengo, forse Somaglia, chissà. Geograficamente parlando, non proprio una gran fortuna. Codogno è nel cuore della Lombardia e a un passo dall’Emilia, posta esattamente nel centro della cintura Piacenza/Cremona/Brescia/Bergamo Milano/Pavia. Questo vuol dire treni, pendolari, merci che si spostano tra grandi città tutte molto vicine, tutte molto produttive, piene di scuole, università, turismo, aziende, aeroporti nazionale e internazionali. La famosa mobilità. Un focolaio situato in altre zone del paese forse sarebbe stato meno letale, meno veloce, meno spietato, meno incontenibile. CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO DI SELVAGGIA LUCARELLI

Medico pugliese contagia 10 persone tra dottori e infermieri e va a Milano a prendere la figlia: “Scandaloso”

L’Ospedale San Pio di Castellaneta, in provincia di Taranto, è diventato un pericoloso focolaio di Coronavirus. Il primo contagiato è un medico dello stesso ospedale pubblico: si tratta di Mario Montemurro, originario di Mottola. Il sindaco della cittadina, il governatore della Regione Puglia e molti medici chiedono il suo licenziamento immediato.

Montemurro ha avvertito i sintomi nella prima settimana di marzo, ma non ha rispettato i protocolli dettati dalle Autorità Sanitarie nazionali per l’emergenza Coronavirus. Sulla base di una prima ricostruzione, il medico dopo aver accusato sintomi, avrebbe continuato a svolgere la propria attività per due settimane, lavorando a stretto contatto con il personale medico, amministrativo e parasanitario in servizio presso la struttura sanitaria, ma anche con i pazienti stessi. CONTINUA A LEGGERE

Coronavirus, il video commovente di un paziente che torna a casa

 

Eugenio è tornato a casa. Aveva detto a tutti “Preparatevi al peggio” e invece, ieri, un’ambulanza è entrata nel cortile della sua casa a Cusano (Milano) per riconsegnarlo alle cure della moglie. Il video del momento commovente l’ha girato la figlia che lo aspettava affacciata alla finestra con i suoi bambini di 3 e 7 anni, felici di rivedere il nonno riportato alla sua famiglia dai “ghostbuster”.

Il settantottenne Eugenio aveva cominciato a sentirsi male il 24 febbraio: dolori alle ossa, nausea, mal di testa, sapori alterati, tosse, febbre sui 37,5. “Ci è sembrato strano perché mio padre è uno che non si ammala mai, non si lamenta, si fa perfino fare le colonscopie senza sedazione. La domenica però stava malissimo, non camminava più per i dolori e abbiamo chiamato il 118. E’ stato in pronto soccorso al Bassini di Cinisello in attesa per 8 ore, sembrava un caso non grave. Poi hanno scoperto che aveva il Coronavirus”.

Eugenio lo aveva preso, molto probabilmente, al centro anziani di Cusano. Lui e sua moglie ci andavano spesso a giocare a carte, a ballare con tanti altri anziani del posto. Quello, purtroppo, è stato un focolaio terribile. Trenta contagiati a Cusano, molti dei quali frequentavano quel circolo. Eugenio, all’ospedale è rimasto venti giorni. “Preparatevi al peggio” ci aveva detto”, racconta la figlia Elisa. “In stanza con lui c’erano due suoi amici del circolo. Li ha visti morire entrambi, è un sopravvissuto”. CONTINUA A LEGGERE

“Pensavo che a me non sarebbe mai successo”: parla una delle prime contagiate dal Coronavirus

 

R. è una delle prime contagiate da Coronavirus in Italia. Si ammala il 20 febbraio e pensa che sia solo una banale influenza. Il virus non le viene proprio in mente, perché pensa che sia una cosa che non può succedere a lei perché giovane, forte e sana. All’ospedale le diagnosticano il Coronavirus ed entra in ricovero ed isolamento.

“L’intervista a una delle prime malate di covid-19” è stata estratta dal progetto QUARANTINE, un documentario di Elena Brunello che in questi giorni sta filmando e documentando molti degli aspetti della vita in quarantena” 

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