Coronavirus, il 29enne positivo: “Anche noi giovani siamo vulnerabili”
La storia di Gabriele Mattia De Angelis, 29 anni, romano che si è ammalato in Trentino. L'appello ai giovani lanciato su Facebook
Coronavirus, il 29enne positivo: “Anche noi giovani siamo vulnerabili”
Ha fatto scalpore la notizia di un 29enne risultato positivo al Coronavirus. Spesso infatti si è detto o pensato che Covid-19 attaccasse principalmente o quasi esclusivamente le persone anziane, eppure non sempre è così. Lo testimonia Gabriele Mattia De Angelis, un ragazzo di appunto soli 29 anni, che ha contratto il virus. Per questo ha deciso di lanciare un appello a tutti i suoi coetanei tramite un post su Facebook.
“Mi sentivo invincibile. E invece eccomi in ospedale a combattere contro il Coronavirus”. Un appello lanciato dal letto di ospedale Rovereto, dove è ricoverato dal 15 marzo. Gabriele ammonisce i più giovani con parole che fanno riflettere: “Non è vero che non può colpirvi, farvi male, farvi soffrire o anche peggio”.
“Lavoravo in un noleggio sci a Canazei, in Val di Fassa – spiega il giovane – una nota località sciistica che dall’inizio dell’anno è stata frequentata anche da persone provenienti dalla cosiddetta zona rossa: ero lì per fare la stagione invernale”. Probabilmente proprio in quel contesto il romano ha contratto il Coronavirus.
“Dopo varie complicazioni a casa per quattro giorni, una sera sono stato costretto a chiamare l’ambulanza. Una volta arrivato in ospedale mi hanno fatto il tampone e dopo circa otto ore ho saputo di essere positivo”. Gabriele racconta anche i sintomi del virus: “Febbre, tosse, mal di gola, dolori ai muscoli e alle ossa, ma anche difficoltà a respirare dovute alla polmonite”.
Ai suoi coetanei dice: “Mi sentivo invincibile, all’inizio davo poco peso a questo virus. Dal nulla, invece, mi ritrovo ricoverato in ospedale. Siamo tutti vulnerabili, per questo dovete stare a casa. Non è vero che non può colpirvi, farvi male, farvi soffrire o anche peggio: io sono sempre stato sportivo, in salute e sono la testimonianza vivente di quanto può succedervi qualora veniste contagiati. Nessuno merita questo, dal giovane all’anziano: vedo gente che va al parco o che va a fare la spesa continuamente. Per favore, state a casa”.
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