Coronavirus, Franco Locatelli: “Nessun dato fa prevedere un nuovo lockdown. Ecco come funziona la ‘regola del 6′”
Coronavirus, Franco Locatelli: “Ecco come funziona la regola del 6”
Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, spiega come funziona la regola del 6, tra le misure anti-Coronavirus dell’ultimo Dpcm che fissa a 6 il numero massimo di persone da poter invitare nella propria abitazione, e assicura che nessun dato al momento fa prevedere un lockdown all’orizzonte. Sulla possibilità di una serrata nel periodo natalizio, così come paventato da qualche suo collega, Locatelli dichiara: “Non ritengo vi siano elementi che possano indirizzarci a prevedere un prossimo, nuovo lockdown, né tantomeno un lockdown da realizzarsi in un tempo così definito, ma ancora relativamente lontano, quale le festività natalizie”.
Secondo Locatelli, che è anche componente del Comitato tecnico scientifico “Sarà determinante quello che ognuno di noi nei comportamenti individuali sarà in grado di fornire come contributo per evitare che l’incremento di nuovi casi giornalieri assuma un andamento esponenziale sfuggendo al controllo”. L’andamento dell’epidemia da qui alle prossime settimane, infatti, dipende “da come i singoli cittadini e, insieme, come Paese, siamo disposti a fare, perché questo possa avvenire. È, quindi, fondamentale che tutti, nessuno escluso, facciano quanto è nelle proprie possibilità per limitare la diffusione del virus. Non ci possiamo proprio più permettere deviazioni dalle buone regole”.
Il dato più preoccupante, secondo il presidente del Consiglio superiore di sanità, è rappresentato dal fatto che “la ripresa della curva epidemica coinvolge tutte le Regioni” e che vi sono diversi “focolai sparsi nel Paese”. Secondo Locatelli infatti “quanto più elevato è il numero di focolai e la dimensione numerica dei nuovi casi, tanto più impegnativo o addirittura impossibile diventa il compito dei dipartimenti di prevenzione”. Sulla cosiddetta “regola del 6”, che prevede un limite massimo di 6 persone tra persone non conviventi nelle abitazioni private, l’esperto ricorda: “Non è una legge ma una raccomandazione che, pur in assenza di un’indiscutibile evidenza scientifica, è fondata su un principio ispiratore improntato a massima precauzione e strettamente connesso alla logica di evitare assembramenti in luoghi chiusi”.
Sul numero di letti di terapia intensiva, Locatelli dichiara: “Al momento nessuna Regione ha esaurito le risorse a disposizione. Infatti, i dati che si riferiscono a una tendenza all’esaurimento dei posti letto nelle rianimazioni pertengono alla dotazione aggiuntiva specifica per i pazienti affetti da Covid-19. Esiste però tutta la quota, assai elevata, di posti letto convenzionali nelle rianimazioni degli ospedali che, quando la curva dei contagi era limitata avevano ripreso a svolgere le funzioni di supporto normalmente dedicate ad altre patologie. Se si assistesse a un ulteriore incremento del numero di pazienti, sono disponibili posti di terapia sub-intensiva prontamente convertibili in intensiva. Sempre che dovesse essere necessario”.
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