Coronavirus, “un ospedale per i malati ci sarebbe: il Forlanini, ma la Regione lo ha bloccato”. Parla il prof Martelli
Riaprire parte dell’ospedale Forlanini di Roma per rispondere all’emergenza Coronavirus: questa la petizione lanciata in questi giorni e supportata da molti partiti tra cui Fratelli d’Italia, Lega e pentastellati, con tanto di richiesta alla regione da parte del sindaco di Roma Virginia Raggi. La proposta trovava consensi anche grazie alla notizia diffusa dall’onorevole Roberta Angelilli che riportava alla luce un documento secondo il quale la giunta Zingaretti era pronta a realizzare una Cittadella delle ONG nel complesso dell’ex ospedale Forlanini.
Una notizia alla quale la regione Lazio ha reagito con una netta smentita: “Impossibile riaprire il Forlanini. L’ospedale era deserto già negli anni Novanta – scrive la regione sui social – e da allora è senza alcuna forma di manutenzione. Siamo nel 2020, creare un reparto attrezzato in pochi giorni, per curare malati gravi, in una struttura che cade a pezzi e da ristrutturare da cima a fondo è da folli”.
Queste parole, comparse sulla pagina ufficiale ‘Salute Lazio’ hanno fatto infuriare l’ex primario del Forlanini il professor Massimo Martelli, che ai microfoni di TPI ha commentato: “Sto cercando di far capire alla gente che se a Milano si crea in pochi giorni un luogo con 500 posti di terapia intensiva significa che servono. Loro non hanno capito che non ha importanza come, dove, quando. Io ho suggerito il Forlanini. Ho chiesto un uomo super partes che possa dire se si può fare o meno. Il Forlanini è attaccato allo Spallanzani: via Folchi, una sola strada strada, li divide. Se si può fare si faccia. Chiediamo ai tecnici, agli architetti. Siccome ho sentito anche persone molto potenti nel mondo della ristrutturazione che sono concordi nel dire che il Forlanini non è marcio – “magari fossero costruiti così i palazzi oggi” – non accetto la risposta della Regione Lazio e quella della direzione del San Camillo che sulla mia petizione scrive che il Forlanini era già inagibile 12 anni fa. Dice il falso. Io ci operavo”.
Martelli propone il Forlanini. “Dico solo di andare a verificare con dei tecnici. Se un personaggio come Fuksas dice che si può o non può fare nessuno può proferire parola. Io posso parlare come tecnico chirurgo che ha fatto 75mila visite e 25mila interventi in camera operatoria. Alcuni mi hanno detto che nel giro di 15 giorni si può fare, una piccola parte dedicata a 50 posti letto di terapia intensiva. Con 1.000 mq ho 50 posti letto. Metterli tutti in un posto significa risparmiare nei costi di gestione”, spiega Martelli.
“Il Forlanini nasce per la tubercolosi. Morivano in quegli anni 27mila cittadini l’anno. Morelli, che era un grande medico, propose di creare questi ospedali sanatori e mettere tutti gli infetti là. Al Forlanini c’erano solo malattie tubercolari. Nino Manfredi è stato mesi e mesi al Forlanini. Nessuno lo mandava in altri ospedali per non infettare altre persone. Hanno circondato la malattia. Dobbiamo preparare le strutture, questa situazione durerà mesi. Per i medici si richiamano quelli che hanno dimostrato di essere in grado di saper gestire questa cosa. Un uomo come Orsetti, un mago della rianimazione andato in pensione tre anni fa, si richiama. E poi si gestiscono pure i giovani. Sono 10 giorni che ho lanciato l’appello, sono più di 100mila persone che dicono quello che dico io: le strutture servono. Non è un fatto politico. Chi se ne frega delle prossime elezioni.
Ex Forlanini: la verità sul futuro della struttura
“È assolutamente da censurare il progetto della Giunta Zingaretti di trasformare il Forlanini in una ‘Cittadella delle Organizzazioni internazionali’. Dopo aver fatto nell’ultimo anno vari sopralluoghi e verificato personalmente lo stato di parziale abbandono e di degrado del complesso del Forlanini, voglio denunciare un atto della Giunta della Regione Lazio del 10 dicembre 2019. Nell’atto si ribadisce testualmente ‘l’intenzione di mettere a disposizione il compendio immobiliare dell’ex ospedale Forlanini per la realizzazione di una Cittadella delle Organizzazioni internazionali’, per ospitare sedi ed attività di strutture internazionali ed Ong”, scrive Roberta Angelilli, esponente di Fratelli d’Italia. La Regione Lazio ha poco dopo diffuso sulla propria pagina Facebook un post che nega la riapertura dell’ospedale. Nulla però viene detto in merito al progetto della Cittadella.Ma dov’è quindi la verità?
La Angelilli rincara la dosa e pubblica un video corredato da un documento ufficiale che conferma l’esistenza di un atto voluto dalla giunta Zingaretti per regalare l’ex-ospedale Forlanini alle Organizzazioni internazionali.
“Non è chiaro se il Pd stia negando o rivendicando l’esistenza di un atto della Giunta Regionale per la realizzazione di una “Cittadella delle Organizzazioni internazionali” – dice Roberta Angelilli. – L’atto esiste ed è una memoria di Giunta del 10 dicembre 2019”. Dunque pochi mesi fa. “Nell’atto si ribadisce testualmente – ricorda l’esponente di Fdi – “l’intenzione di mettere a disposizione il compendio immobiliare dell’ex-ospedale Forlanini per la realizzazione di una Cittadella delle Organizzazioni internazionali”. Per ospitare sedi ed attività di strutture internazionali ed Organizzazioni internazionali.
“Come hanno già fatto notare il professor Martelli ed altri medici – ricorda la Angelilli – potrebbe essere utile realizzare in pochi mesi un presidio d’emergenza anche al Forlanini. Purtroppo l’esperienza della Lombardia ci dice che il fabbisogno dei posti letto può crescere esponenzialmente nel giro di poche settimane. E tutte le notizie che riguardano gli sviluppi di un eventuale vaccino fanno ritenere che rischiamo di convivere con questa pandemia almeno fino agli inizi del prossimo anno. Per tutte queste ragioni – conclude -, chiediamo alla Giunta regionale di fare un gesto di responsabilità, revocando l’atto e sospendendo immediatamente il progetto della “Cittadella delle Organizzazioni internazionali”, in attesa di un quadro più chiaro della situazione relativa all’emergenza sanitaria. E, comunque. dopo aver condiviso con il Consiglio regionale gli obiettivi precisi del progetto”.
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