Coronavirus, nella Fase 2 tornano le passeggiate libere: quando si potranno fare
Coronavirus, in Fase 2 tornano le passeggiate libere: quando si potranno fare
Nella Fase 2 della lotta al Coronavirus in Italia, che con ogni probabilità inizierà il 4 maggio e non prima come chiedono invece alcuni governatori del Nord, tornerà anche la possibilità di fare delle passeggiate libere in città. Sono ormai due mesi che ciascuno di noi non esce più da casa, se non per motivi di lavoro o necessità come fare la spesa. E’ dunque comprensibile che il desiderio più grande di tutti, oltre a quello di riprendere con le proprie attività professionali, sia quello di potersi sentire nuovamente liberi di spostarsi senza più quei “comprovati motivi” previsti dai vari Dpcm emanati in queste settimane.
La task force guidata da Vittorio Colao sta dunque studiando un allentamento progressivo del divieto di spostamento per i cittadini. Ciò significa che, molto probabilmente, a partire dal 4 maggio si potrà camminare per la propria città (non si sa ancora se con delle limitazioni sulla distanza). Ma non solo: sono allo studio misure per permettere ai runner di tornare a correre anche lontano dall’abitazione, mentre sarà certamente possibile far nuovamente visita ai parenti in città.
Il denominatore comune del ritorno delle passeggiate nella fase di convivenza con il Coronavirus, ovviamente, sarà l’obbligo di osservare delle severe regole per evitare nuovi picchi nei contagi. Le mascherine e i guanti resteranno obbligatori per gli spostamenti. Stesso discorso per la distanza di sicurezza dagli altri cittadini. Le passeggiate, nelle intenzioni del governo, potranno essere fatti da soli o in coppia (ma a distanza). Niente assembramenti, sia negli spazi esterni che in quelli interni, per proteggere soprattutto i più giovani che potrebbero essere tentati da un “ritorno alla normalità”. Che così non è, come spiegato più volte anche ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza.
Le altre misure previste dal 4 maggio
Sarà possibile invece spostarsi da un Comune all’altro? La fase iniziale di riapertura, quella che partirà il 4 maggio, non dovrebbe prevedere questa possibilità. Si attenderà che scenda ulteriormente l’indice di contagio R0. Ma se, come sperano gli esperti, il valore si approssimerà verso lo zero, allora a metà maggio potrebbero esserci novità anche in questo senso. Da un lato, infatti, è innegabile che una riapertura favorirebbe anche il turismo, seppur con grosse limitazioni (si pensa a numero chiuso di accessi nelle località turistiche, oltre a tutti gli accorgimenti sulle spiagge). Dall’altro, rimane l’esigenza di contenere a tutti i costi non solo il contagio, ma anche l’eventuale eccessivo “entusiasmo” dei cittadini di fronte alla libertà ritrovata.
Come è ben risaputo, inoltre, il governo sta lavorando a una serie di linee guida molto stringenti (che saranno nazionali, ma avranno anche un piano differenziato tra le varie Regioni, come precisato stamattina dal premier Conte) per le aziende. Su questo tema è intervenuto l’Inail, con un rapporto pubblicato stamattina dal Corriere della Sera, con tutte le raccomandazioni per la “rimodulazione delle misure nei luoghi di lavoro”. All’interno, le indicazioni riguardano il riposizionamento delle postazioni negli uffici, l’introduzione di barriere separatorie, la ventilazione continua degli ambienti, una turnazione sia negli orari di lavoro (da spalmare sull’intera settimana, anche per decongestionare i trasporti pubblici), sia negli spazi comuni come le mense aziendali o i servizi igienici. Da limitare anche gli spostamenti interni all’azienda, che deve avere affisse locandine esplicative sulle misure di igiene personale, oltre ai dispenser con i detergenti divenuti ormai obbligatori. Le riunioni, inoltre, dovranno essere preferibilmente in videoconferenza. Insomma, graduale riapertura senza dubbio. Ma il ritorno alla normalità, è bene fissare il concetto, sarà ancora utopia anche dopo il 4 maggio.
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