Coronavirus, l’epidemia potrebbe durare fino ad agosto: trascorreremo l’estate in casa?
Gli esperti sono convinti che se anche il contagio da Covid-19 terminasse prima, difficilmente si potrebbe tornare alla consuete abitudini nel giro di poco tempo
Coronavirus, l’epidemia potrebbe durare fino ad agosto: ipotesi estate in casa?
L’epidemia di Coronavirus in Italia potrebbe durare almeno fino ad agosto: si profila, dunque, l’ipotesi di trascorrere l’estate in casa, o quasi, anche se, al momento è difficile fare previsioni. Come si è visto negli ultimi giorni, le variabili sono tante e il picco epidemico sembra spostarsi ogni giorno sempre più in là. Di certo, aldilà di quando verrà raggiunto, le nostre abitudini per un po’ di tempo non torneranno a essere le stesse di sempre, almeno nel breve periodo. Tra le ipotesi, dunque, c’è anche quella di trascorrere l’estate in casa, anziché in mare o in montagna, così come siamo abituati a fare.
Secondo La Repubblica infatti “è meglio abbassare le aspettative e prepararsi a un’estate stanziale, magari non nei cortili dei palazzi, come negli anni Cinquanta, ma quasi”. Ipotizzando che l’epidemia di Covid-19 in Italia finisca a maggio o giù di lì, e che il pericolo di una nuova ondata di casi potrebbe comunque arrivare dall’estero, di certo potrebbero esserci una serie di regole restrittive, che dovranno essere seguite alla lettera.
Tra queste, il divieto di assembramenti, che difficilmente permetterà di poter cenare fuori, a meno che non vengano rispettate le distanze di sicurezza, il divieto di recarsi in vacanza all’estero o in mete esotiche, l’obbligo di quarantena per coloro che svilupperanno sintomi influenzali e il blocco dei turisti nel nostro Paese per tentare di evitare un nuovo contagio di ritorno da altri Paesi ancora alle prese con l’epidemia di Coronavirus. Insomma, meglio abituarsi all’idea che quest’anno la tintarella potrebbe essere presa sul terrazzo condominiale.
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Così oggi, nel secondo giorno di primavera di questo 2020, a oltre 10 giorni dal coprifuoco, paghiamo il prezzo più caro di tutti: oltre 4mila morti. Il 20 marzo è stato il Venerdì Nero: oltre 600 decessi in un solo giorno, con la percentuale di contagi nuovamente in aumento. Nel frattempo succede più o meno di tutto e iniziano a emergere scene che documentano la tragedia in cui ci troviamo. Come in questo pronto soccorso di Bergamo, nel pezzo di Selvaggia Lucarelli sul nostro giornale: “così vengono curati i pazienti, sistemati anche nei corridoi” (qui il video).
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