Coronavirus, “Il dottor Cilesi stava bene, non aveva altre patologie”: parla la collega del 61enne morto a Parma
Coronavirus, “Il dottor Cilesi non aveva altre patologie”: parla la collega
Non si arresta l’epidemia di Coronavirus in Italia e in particolare nelle regioni del Nord, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto su tutte. In Italia ieri ci sono stati 428 contagiati, 27 morti, 11 guarigioni in più. L’Istituto Superiore di Sanità sta pensando di allargare la zona rossa in Lombardia, mentre sono emersi i primi casi in Molise, Basilicata e Trentino.
Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino diramato dalla Protezione Civile sono 2263 le persone che hanno contratto il Covid-19. Tra queste, 79 persone sono decedute, mentre 160 sono guarite. Nella maggioranza dei casi i decessi hanno riguardato persone con età superiore ai 65 anni e con malattie pregresse.
È per questo motivo che il caso di Ivo Cilesi, medico di Parma di 61 anni morto nella notte tra tra domenica e lunedì, desta più di una preoccupazione.
“Ivo Cilesi non soffriva di alcuna patologia prima, stava bene, non aveva un raffreddore, nulla. E fino a pochi giorni fa non aveva alcun problema di salute. Nessuna patologia” pregressa che potesse complicare il quadro clinico. Era un uomo straordinario e il virus l’ha portato via in tre giorni. Tutto si è scatenato improvvisamente. Così fa ancora più paura questo virus. Proprio martedì sera, io e Ivo commentavamo il fatto che fosse pericoloso solo gli anziani. Ma lui aveva 61 anni” non rientrava nella categoria degli over 65 considerata a rischio, “ci siamo sentiti giovedì e stava benone”.
A parlare all’Agi è Paola Brignoli, amica del medico 61enne morto nella notte tra domenica e lunedì a Parma dopo essere risultato positivo al coronavirus. L’uomo era conosciuto per il suo lavoro per combattere l’Alzheimer ed era vice presidente del centro di ricerca Innovative Elder Research Onlus.
“A volte scherzavamo – continua Brignoli – gli dicevamo che doveva mettersi a dieta. Ma così, per ridere”.
“Anzi ha rassicurato i colleghi. In ufficio, c’era un po’ di subbuglio su questo Coronavirus e si pensava di lasciare delle persone a lavorare da casa per evitare troppi contatti. E lui è intervenuto dicendo ‘ma ragazzi non drammatizziamo, è un’influenza a tutti gli effetti, un po’ più alta, ma mica si muore’. Se penso alle ultime sue parole mi vengono i brividi”.
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