In Italia le donne risultano più contagiate degli uomini: i dati dell’Istituto Superiore di Sanità
La nuova fotografia scattata dall'Iss è in completa controtendenza rispetto alle prime settimane della pandemia da Covid-19 in Italia
In Italia le donne contagiate da Coronavirus sono più degli uomini
Le analisi cliniche effettuate dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus in Italia hanno dimostrato che la malattia risulta essere più aggressiva negli uomini, eppure il bollettino del Servizio di Sorveglianza integrata diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità il 10 giugno scorso ha rilevato nelle donne una percentuale maggiore di contagi. Secondo il report, le donne contagiate dal Coronavirus risultano essere il 54,2 percento del totale, contro il 45,8 percento degli uomini. Eppure quando in Italia l’epidemia stava per raggiungere il suo picco, a metà marzo, questa proporzione era invertita, perché le donne positive al Covid erano il 39,7 per cento, mentre gli uomini il 61,3. Pian piano lo scenario ha iniziato a cambiare: ad aprile il 49,3 per cento di soggetti di sesso femminile era positivo al Covid, il 3 maggio questa percentuale ha raggiunto il 53,7, il 10 giugno ha raggiunto i tassi che conosciamo oggi, con la popolazione femminile che si stacca da quella maschile di quasi dieci punti.
Fermo restando che la malattia colpisce in modo più aggressivo gli uomini – il tasso di letalità dei maschi è in media il doppio rispetto alle femmine anche nel resto del mondo – il motivo del maggior numero di contagi nelle donne potrebbe essere una percentuale maggiore di casi asintomatici, con manifestazioni così lievi o assenti da non essere state testate. Soprattutto in un momento in cui il monitotaggio riguardava i casi che manifestavano sintomi più gravid, e questi riguardavano gli uomini. Eppure, sempre secondo l’Iss, in Italia gli asintomatici rappresentano il 29,5 per cento del totale, mentre i sintomatici solo il 5,1 per cento. Il 35,8 per cento di soggetti invece sono malati con sintomi lievi, e le donne potrebbero rientrare anche in questo gruppo. Un dato che fa riflettere, considerando che sono quelle che fanno un maggior uso di mascherine e prestano più attenzione ai dispositivi di protezione: come riporta Fanpage.it, uno studio effettuato dagli scienziati dell’Università Statale della Georgia ha dimostrato che la fascia di popolazione maschile e anziana, pur essendo la più minacciata dalle complicazioni del Covid-19, rappresenta quella che si preoccupa di meno della pandemia, andando incontro a comportamenti pericolosi.
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