Governatrice dell’Umbria a TPI: “Basta trattarci come la Lombardia. Ho dovuto chiamare Speranza”
"Io chiedo i danni": intervistata da Selvaggia Lucarelli, la governatrice dell'Umbria Donatella Tesei si scaglia contro il monitoraggio dell'indice rt dell'Iss, che equipara la sua Regione alla Lombardia
Coronavirus, intervista a Donatella Tesei: “Basta paragonare l’Umbria alla Lombardia”
L’Umbria e il Molise come la Lombardia? Il monitoraggio dell’indice rt di ministero e Iss, in queste ultime settimane, è un’autentica agonia: basta un singolo focolaio o un aumento quasi impercettibile dei contagiati in regioni piccole e fino a quel momento virtuose, per farle piombare nel girone di quelle a rischio alto. Ed è così che Umbria e Molise, pochi giorni fa, si sono ritrovate addirittura paragonate alla Lombardia. “Le regioni italiane sono tutte a basso rischio, tranne Molise, Umbria e Lombardia”, ha dichiarato il ministro degli affari regionali Francesco Boccia. “Io chiedo i danni”, ha replicato la governatrice leghista dell’Umbria Donatella Tesei, comprensibilmente irritata, visto che in Lombardia ci sono attualmente 25.000 positivi, in Umbria 67. E al telefono è ancora nervosa.
Allora, quanto è arrabbiata, governatrice?
“Moltissimo. Noi in Umbria abbiamo fatto uno sforzo enorme per affrontare l’epidemia, ci siamo trovati di fronte a una cosa nuova e con il comitato tecnico scientifico abbiamo trascorso nottate intere a cercare soluzioni. Ha idea di quante terapie intensive c’erano qui?
No, quante?
69 per 900.000 abitanti, poche. Le abbiamo più che raddoppiate. E siamo stati la prima regione a vietare l’ingresso nelle rsa ai familiari, una settimana prima dei provvedimenti del governo. Senza dimenticarci delle nostre tre carceri, che abbiamo protetto.
I numeri oggi cosa dicono in Umbria, al di là dell’indice rt?
Mi dica lei se le sembrano preoccupanti: sugli ultimi 1430 tamponi abbiamo 1 positivo tra l’altro importato, un totale di 67 positivi, 17 ricoveri, 2 persone in rianimazione.
Non proprio come la Lombardia direi.
Ecco. Quando ho visto come veniva comunicato lo stato della mia regione e questo famoso indice rt, mi sono arrabbiata. È ovvio che in una regione piccola come la nostra basta un contagiato in più per moltiplicare l’indice rt, ma un indice che non tiene conto di tanti fattori non ha senso.
Immagino che l’Umbria si senta danneggiata dai titoloni “Lombardia e Umbria a rischio”.
Certo. In un momento in cui stiamo affrontando l’emergenza sanitaria e quella economica, una cosa del genere ci fa un danno enorme. L’Umbria si regge soprattutto sul turismo, sull’enogastronomia, sui suoi eccezionali beni culturali. Stiamo investendo fondi della regione per fare promozione su tv, radio, web e poi arriva questa comunicazione a massacrarci.
Anche perché si può solo puntare sul turismo interno quest’estate, sbaglio?
E noi ci puntiamo, anche perché come tipologia di regione possiamo offrire una sorta di distanziamento naturale, non abbiamo grandi città, ma tanti borghi.
Ha telefonato a Boccia per protestare?
Abbiamo chiamato l’Iss. Ho chiamato il ministro Speranza, ci ho parlato, tanto che poi ha un po’ raddrizzato la situazione dicendo che l’Umbria non è stata mai a rischio. Il problema è che non so se è più autorevole il ministro della salute o Boccia. Questa è una delle incognite. Dopo le dichiarazioni di Speranza e le precisazioni di Iss, Boccia ha dichiarato di nuovo cose poco in linea, e ripeto, la comunicazione sbagliata fa danni gravi. Si paragona l’Umbria alla Lombardia, non ci sto. Già dopo il sisma del 2016 qui sembrava che tutta l’Umbria fosse terremotata, e quel messaggio sbagliato provocò un danno enorme, la gente annullava le prenotazioni, fu un disastro.
Insomma, l’Umbria è vittime di una cattiva comunicazione a intervalli regolari.
Già. E questa volta poi in maniera ancora più inspiegabile. Pensi che noi facciamo anche controlli sugli asintomatici. Addirittura i controlli che i proprietari di aziende fanno ai dipendenti sono di ausilio alla mappatura, vengono comunicati alla regione e noi interveniamo, facciamo fare l’ isolamento domiciliare ai contatti.
Chiederà davvero i danni per i dati diffusi sull’indice rt?
Le dico una cosa: mi arrivano giustamente proteste da parte di Federalberghi e da chi si sente danneggiato dopo mille sacrifici, io cosa dovrei fare? Sono mesi che ricevo messaggi di albergatori preoccupati per le disdette, qui la primavera è sempre stata la stagione-cuore del turismo, c’erano le gite scolastiche, i gruppi, dall’estero sono arrivate disdette su tutto l’anno, non posso far finta di nulla.
Parla delle preoccupazioni dei cittadini, ma la sua giornata più dura da quando è iniziata l’epidemia?
Non ho dormito quando cercavo di recuperare ventilatori polmonari e inizialmente non li trovavamo. Ho passato sabati e domeniche alla Protezione Civile, non volevo perdere un minuto, ero preoccupata. Non dimentichiamo che i picchi alti a marzo li abbiamo avuti anche noi, c’è stato un momento in cui avevamo 5000 persone in quarantena domiciliare.
A Gubbio una decina di giorni fa la gente è scesa in strada per la Festa dei Ceri, s’è arrabbiata?
Gli eugubini i ceri li sentono come una cosa straordinaria, alcuni hanno pensato di fare festa anche se non c’era nessuna festa. Anche lì abbiamo fatto screening puntuali, ma va detto che il giorno dopo l’euforia era tutto tranquillo. Non ci possiamo permettere di tornare indietro.
Ma lei dove va in vacanza quest’anno?
In Umbria, devo recuperare il tempo che ho trascorso chiusa nelle stanze per affrontare la situazione. Farò un bel tour della regione e ne approfitterò per scoprire le bellezze nascoste.
Neppure un salto al mare?
Sì, se riesco magari vado in quelle regioni più colpite, che devono ripartire: le Marche, per esempio. E poi ho detto a Bonaccini che manderò gli umbri al mare da lui, qui abbiamo il Trasimeno per fare un bagno, per il mare bisogna “espatriare”.
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