Nel nuovo decreto stop alle attività produttive non-essenziali, ma non alle colf
Coronavirus, decreto Governo 22 marzo attività chiuse: il testo integrale
CORONAVIRUS DECRETO 22 MARZO – Per arginare l’avanzata del Coronvirus in Italia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il decreto del Governo (il dpcm) annunciato ieri sera, 21 marzo. Negozi di pc, smartphone e informatica in generale resteranno aperti. Così come supermercati, farmacie, banche, Poste. Il giro di vite – che nel provvedimento dello scorso 11 marzo aveva riguardato soprattutto il commercio – punta ora soprattutto su fabbriche e industrie in genere.
Il decreto parla di “sospensione delle attività produttive industriali o commerciali” ad eccezione delle filiere necessarie e di quelle che consentano il funzionamento di queste ultima e indica un elenco con poco più di 100 attività che potranno continuare a restare attive. Allo stesso tempo però, il testo provvisorio del provvedimento spiega che “resta fermo, per le attività commerciali, quanto disposto dal dpcm 11 marzo 2020 e dall’ordinanza del ministro della Salute del 20 marzo 2020”.
La lista completa figura negli allegati del Dpcm. Si va dalle “Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali” a “Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico”.
Nel decreto viene consentita “sempre l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione consentita e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza”. Garantite, inoltre, le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del Prefetto. Le attività sospese, si legge nel testo, possono continuare con lavoro agile.