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I dati di acquisto delle mascherine mostrano che i poveri corrono un maggior rischio di contagio

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A partire da febbraio 2020 anche in Italia abbiamo iniziato a fare i conti con le mascherine, e a raccontare l’andamento dell’epidemia di Covid mese per mese non è solo la curva del contagio, ma anche quella di acquisto del dispositivo di protezione da parte degli italiani. Guardando a quella elaborata dalla società di rilevazione Iqvia e riportata dal Corriere della Sera, si vede come da inizio a fine settembre le famiglie abbiano già speso 98 milioni di euro in mascherine solo sul canale di acquisto di farmacie e parafarmacie. Ad aprile, in pieno lockdown, sono stati acquistati 6,1 milioni di pezzi. A maggio però, nonostante l’arrivo di quelle chirurgiche al prezzo calmierato di 50 centesimi a pezzo e con le prime riaperture, gli acquisti sono già iniziati a diminuire, arrivando a 5,5 milioni di mascherine vendute.

A luglio, con i casi di Coronavirus in continua diminuzione, le mascherine acquistate sono state 3,3 milioni. Ma il mese successivo, nonostante i contagi siano tornati ad aumentare, il trend di acquisto delle mascherine non ha seguito quello dell’epidemia, perché le vendite sono aumentate solo del 20 per cento, portandosi a 4 milioni di pezzi venduti da farmacie e parafarmacie, a fronte di circa 1.000 casi al giorno dopo i 200 quotidiani di fine luglio. Come fa notare sul Corriere della Sera Federico Fubini, il segnale di fondo della curva è che “dopo lo stress della prima ondata in primavera, troppi italiani hanno avuto un calo di tensione e rimosso le difese, aprendo nuove vie al virus”.

Ma a parlare del modo in cui in Italia abbiamo affrontato e stiamo affrontando l’epidemia è anche un altro dato, ovvero il tipo di mascherine di cui si fa maggior uso. Come fa notare il quotidiano, poiché non sempre si può fare affidamento sull’osservanza delle regole altrui in una situazione in cui – con la mascherina chirurgica – è l’altro a proteggere noi stessi, sempre più italiani preferiscono le mascherine FFP2, che danno protezione anche a chi le indossa. Le vendite di questi prodotti sono quasi raddoppiate da 259 mila pezzi in agosto, a 473 mila in settembre. Eppure il mercato della FFP2 non è calmierato, un solo pezzo costa fra i 2,5 euro e i 4 o 4,5.

Una spesa che la maggioranza degli italiani non si può permettere, perché con questi prezzi per proteggere una famiglia di quattro persone con la mascherina FFP2 servono fra duecento e cinquecento euro al mese. Il che dimostra che se una minoranza di popolazione è in grado di proteggersi anche in caso di mancata osservanza diffusa delle regole, l’altra parte potrebbe restare in balia del “far west” quando per strada, per esempio, molti non indossano nemmeno la mascherina chirurgica e i vigili e la polizia sembrano restii ad applicare multe troppo esose. Secondo i dati del Viminale, da quando è scattato l’obbligo d’indossare il dispositivo di protezione anche all’aperto il 7 ottobre scorso, su quasi 500mila controlli solo lo 0,39 per cento delle persone ha avuto una multa.

Leggi anche: 1. Allarme terapie intensive: ecco la situazione regione per regione. Se i casi aumentano non siamo pronti / 2. “Ora fermiamoci 3 settimane”: parla Crisanti / 3. E alla fine lo hanno fatto: gli sceriffi governatori scavalcano il governo e chiudono le scuole (per colpa loro) – di Luca Telese

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