Coronavirus, Burioni: “Non è vero che muoiono solo gli anziani”
Il noto virologo smentisce chi crede che per il coronavirus muoiano solo gli anziani: "Il virus ha ucciso anche persone che stavano tutto sommato bene"
Coronavirus, Burioni: “Non è vero che muoiono solo gli anziani”
Quando si parla di Coronavirus, e di questi tempi lo si fa evidentemente parecchio, molti tendono a minimizzare dicendo: “Tanto muoiono solo gli anziani“. Un’affermazione buttata un po’ lì, come se a pagare le conseguenze dell’epidemia siano solo le persone già molto malate, e quindi pazienza. Un’idea sbagliata e ingiusta, come se gli anziani fossero lo scarto della nostra società, criticata anche da Roberto Burioni: “Quanto mi infastidisce sentir dire che muoiono solo gli anziani? È una cosa non vera. Il paziente 1 ha 38 anni e in questo momento è in rianimazione in condizioni critiche. E anche il medico cinese di 31 anni non era anziano”, ha detto il medico in un’intervista al programma I Lunatici di Radio 2.
“Poi non dobbiamo pensare agli anziani come persone che sono in fin di vita. Questo virus ha ucciso persone che stavano tutto sommato bene. Dire che ‘pazienza se muore un anziano’ è una cosa abietta. Che facciamo, iniziamo a decidere una graduatoria di importanza delle persone?”, ha aggiunto il virologo. “Fortunatamente il focolaio di diffusione sembra limitato. Però questo è un virus molto contagioso. Pericoloso, perché manda un sacco di persone nei reparti di terapia intensiva. Dobbiamo fare di tutto per bloccarne o rallentarne la diffusione, così avremo tempo di allestire reparti per curare più malati, e non affollare troppo le terapie intensive. Bisogna fare di tutto per ostacolarne la diffusione, anche se costa qualche sacrificio”, ha aggiunto il virologo.
L’approccio generale è tra chi minimizza e chi invece è forse eccessivamente preoccupato: “È un virus che dà una sindrome respiratoria di una certa gravità. Che provoca la morte in casi piuttosto rari, ma non rarissimi, si parla circa dell’uno percento. Ma spedisce un sacco di persone in terapia intensiva. E i posti in terapia intensiva sono limitati. E’ importantissimo in questo momento rallentare la diffusione. Capiremo tra una settimana o dieci giorni se le misure prese in questo momento sono state corrette. Il che è ragionevole perché la malattia ha circa sei giorni di incubazione in media. Chi si infetta oggi si ammala tra sette otto giorni”, aggiunge Burioni.
In generale, sulla reazione dei cittadini al Coronavirus, il virologo spiega: “Ho visto una iniziale reazione di panico ingiustificato. I supermercati svuotati mi hanno molto colpito. Però allo stesso modo mi ha stupito il fatto che da due o tre giorni si dica che il pericolo è passato. Non ci vuole il panico, ma serve maturità. Dobbiamo assumere comportamenti che possano ostacolare il virus, che si trasmette attraverso il contatto umano. Bisogna evitare di andare in luoghi affollati che non siano indispensabili da frequentare. Non è il momento di andare a una partita di calcio o a un concerto”.
Infine, sui possibili danni per l’economia, Burioni aggiunge: “Non possiamo dire che non ci interessa, c’è gente che sta avendo dei grandi danni economici. È una cosa che non va presa con superficialità. Ma in questo momento c’è un interesse superiore. L’epidemia va fermata. Credo che lo Stato dovrebbe distribuire questo disagio. Alcuni cittadini hanno dei danni gravissimi, altri meno. Spero che lo Stato aiuti chi è colpito”.
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