Coronavirus, i bambini sono i meno colpiti e se contagiati guariscono: ecco perché
Nel mondo sono stati registrati pochissimi casi in età pediatrica e nessun decesso: fenomeno a cui la comunità scientifica non ha ancora trovato una risposta certa. Secondo il Chinese Journal of Epidemiology, il tasso di letalità sale con l'aumentare dell'età: 0,2% sotto i vent'anni, percentuale stabile fino ai 39 anni
Coronavirus, tra i bambini meno contagi e più guarigioni: ecco perché
Il Coronavirus sui bambini provoca meno contagi. Mentre si moltiplicano i casi di Coronavirus in Italia e nel mondo, i virologi studiano un fenomeno pediatrico: i bambini sembrano essere più resistenti alla malattia. Pochissimi casi registrati e nessun decesso. Lo conferma anche la Società Italiana di Infettivologia Pediatrica: “L’infezione in età pediatrica, che sembra essere più rara, o più lieve”.
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Coronavirus, meno contagi sui più piccoli: parla il virologo
Nell’epidemia di Covid-19 in corso si rileva un numero di infezioni tra i bambini e i ragazzi di gran lunga inferiore rispetto a quanto avviene in altri contesti epidemici. Anche a Wuhan, epicentro dell’epidemia, non si è ancora registrato un solo decesso tra i bambini sotto i 10 anni, e anche i casi di contagio in questa fascia di età sono sorprendentemente rari. Per questo fenomeno sono state proposte diverse possibili spiegazioni.
“Ancora non si hanno certezze, ma a quanto pare i bambini riescono a sviluppare una migliore risposta immunitaria. I più giovani reagiscono scacciando il virus, che si attacca invece agli anziani con complicanze mediche già presenti. Come le vittime italiane”, ha spiegato a TPI il virologo Fabrizio Pregliasco (qui l’intervista completa).
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Coronavirus nei bambini: i dati
Secondo i dati pubblicati nel Chinese Journal of Epidemiology – aggiornati all’11 febbraio – in Cina, il Paese più colpito dall’epidemia, non c’è stato nessuno decesso da coronavirus sotto i dieci anni e il virus avrebbe solo lo 0,2 per cento di letalità tra i 10 e i 19 anni. Il numero di decessi, quindi, sale con l’aumentare dell’età: la percentuale rimane la stessa (0,2 per cento) nelle fasce d’età 19-29 anni e 30-39 anni. Raddoppia tra i 40 e i 49 anni (0,4 per cento) e triplica in quella successiva: 1,3 per cento tra i 50 e i 59 anni. 3,6 per cento di decessi nelle persone che hanno tra i 60 e i 69 e l’8 per cento tra i 70 e i 79 anni. La fetta più consistente di decessi (14,8 per cento) è tra chi ha più di 80 anni.
E se il Coronavirus tra i bambini fa meno contagi, anche per la Sars, che appartiene alla stessa famiglia del Covid-19, i casi pediatrici sono stati pochi: solo 80 casi confermati in laboratorio e 55 casi probabili o sospetti. In un rapporto del 2007, gli esperti statunitensi dei Centers for Disease Control riportavano che i bambini sotto i 12 anni presentavano sintomi di Sars più lievi rispetto agli adulti. Nessun bambino o adolescente è morto a causa di questo coronavirus e in un solo caso un bambino ha trasmesso l’infezione a un’altra persona.
Allo stesso modo, durante l’epidemia di Mers nel 2016, il World Journal of Clinical Paediatrics ha riportato come il virus fosse raro nei bambini, anche se la “ragione della bassa prevalenza non era nota“. Una caratteristica osservata anche in questa nuova epidemia: uno studio del New England Journal of Medicine su 425 soggetti infettati dal coronavirus non riportava nessun caso sotto i 15 anni di età. Gli autori sostenevano che “i bambini potrebbero avere avuto meno probabilità di contrarre l’infezione o, se infetti, potevano mostrare sintomi più lievi” rispetto agli adulti.
Spiegare il Coronavirus ai bambini
In attesa di scoprirne le ragioni precise, è importante applicare anche ai bambini tutte le misure di prevenzione e igiene consigliate dalle autorità sanitarie, sia nelle zone interessate dal contagio che in quelle ancora esenti.
Un altro suggerimento degli esperti è quello di spiegare ai bambini (in modo adeguato al grado di comprensione e alla maturità emotiva di ciascun soggetto) ciò che sta avvenendo intorno a loro. Non ricevere spiegazioni dagli adulti in un contesto di tensione ben percepibile rischia infatti di generare un’ansia ancora maggiore rispetto a quella che può generare una consapevolezza ben gestita.
Intanto, diverse misure per la salute dei bambini sono state prese e le scuole resteranno chiuse per una settimana (e forse più) in Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Piemonte Liguria ed Emilia Romagna (anche in Alto Adige ma lì era già previsto per via della settimana bianca).
Se i più piccoli hanno salutato la notizia con urla di gioia, i grandi da oggi sono alle prese con un complicato rebus organizzativo: con chi lasciarli e soprattutto cosa fargli fare tutto il giorno visto che anche cinema e teatri, centri sportivi e musei sono chiusi? Riuscirà l’allarme Coronavirus ad essere un’occasione per unire genitori e figli?
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