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Home » Cronaca

Lo studio dell’Imperial College di Londra: “L’aumento della mobilità del 20% in Italia potrebbe provocare più morti della prima ondata di Coronavirus”

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Credit: Ansa

Coronavirus: l’aumento della mobilità in Italia potrebbe causare più morti della prima ondata

L’aumento della mobilità anche solo del 20 per cento potrebbe provocare in Italia più morti della prima ondata di Coronavirus. È quanto afferma l’Imperial College di Londra in uno studio condotto da Samir Bhatt, Ilaria Dorigatti, Michaela Vollmer e Seth Flaxman. Secondo il rapporto, infatti, “Nonostante l’alto numero di decessi, la percentuale della popolazione che è stata infettata dal Covid-19 è lontana dalla soglia dell’immunità di gregge in tutte le regioni italiane”. In vista dell’avvio della fase 2, iniziata lunedì 4 maggio e che ha visto un parziale allentamento delle misure restrittive, lo studio ha ipotizzato tre scenari diversi per le prossime 8 settimane basate su tre condizioni: il primo scenario prevede che la mobilità rimanga la stessa della quarantena, il secondo scenario che ipotizza un ritorno alla mobilità al 20% dei livelli pre-quarantena e un terzo scenario in cui la mobilità torna al 40% dei livelli pre-lockdown.

Coronavitus, il video del ballo sociale a Milano (girato prima della Fase 2)

A eccezione del primo scenario, che non prevede sostanziali differenze sulla mobilità tra lockdown e fase 2, gli altri due scenari sono da incubo. Secondo l’Imperial College, infatti, anche solo un un ritorno del 20% ai livelli di mobilità pre-quarantena potrebbe causare un “un aumento dei decessi molto maggiore di quanto si sia verificato nell’attuale ondata, in diverse regioni”. I rischi per la popolazione, infatti, secondo lo studio continuano a essere alti, soprattutto se non accompagnati da efficaci misure di tracciamento. Come fare, dunque, per evitare che la Fase 2, che dal 18 maggio prevede ulteriori aperture, sino ad arrivare al 1 giugno quando dovrebbero riaprire anche bar e ristoranti, si trasformi in una vera e propria tragedia? Secondo lo studio la soluzione è “L’adesione alle misure di distanziamento sociale raccomandate insieme ad una sorveglianza intensificata della trasmissione nella comunità con tamponi, il tracciamento dei contatti e l’isolamento tempestivo degli infetti sono di fondamentale importanza per ridurre il rischio di ripresa della trasmissione”.

Leggi anche: 1. Fase 2, le attività che possono riaprire prima del previsto: il calendario delle riaperture anticipate / 2. Fase 2, come è andato il primo giorno: multe crollate e pochi controlli / 3. “Ho avuto il Coronavirus a dicembre ma l’ho scoperto solo oggi con il test sierologico”

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