Dal 18 maggio servirà ancora l’autocertificazione?
Coronavirus, dal 18 maggio servirà ancora l’autocertificazione?
Quando il premier Conte ha annunciato l’inizio della Fase 2 per il 4 maggio, è anche stato anche chiarito che l’uso dell’autocertificazione fosse ancora necessario. Nonostante l’allentamento dei divieti, quindi, per gli spostamenti legittimati dalle nuove regole del Dpcm 26 aprile, è necessario compilare il modulo in cui barrare la voce che corrisponde al motivo per cui ci si sposta. In questa circostanza, la sera del 3 maggio il ministero dell’Interno ha pubblicato un modulo nuovo e aggiornato, ma chi lo ha già in casa può usare anche il precedente modello barrando le voci non più attuali.
Ciò che da più parti ora ci si domanda è se l’autocertificazione sarà necessaria anche dopo il 18 maggio. A partire da quella data infatti, in molte regioni italiane, saranno numerosi gli esercizi commerciali che potranno riprendere le attività: bar, parrucchieri, ristoranti potranno riaprire le porte ai clienti. L’accordo è arrivato al termine della videoconferenza tra i governatori e l’esecutivo, con al tavolo anche il premier Giuseppe Conte. Sarà quindi necessario giustificare gli spostamenti verso questi luoghi? La domanda è lecita, soprattutto se si pensa al fatto che il numero di motivazioni per cui è legittimo spostarsi diventa così altissimo e procedere con un’autocertificazione appare alquanto bizzarro.
Per chiarire alcuni dubbi relativi al decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) del 26 aprile e alle nuove regole, il governo ha anche pubblicato le risposte alle domande più comuni sulle attività motorie autorizzate, sulle passeggiate e su chi sono esattamente i “congiunti”. La nuova autodichiarazione è in possesso degli operatori di polizia e può essere compilata al momento del controllo. Nella direttiva inviata dal Viminale ai prefetti sulle nuove misure per la fase 2 in vigore da oggi e fino al 17 maggio non viene citato espressamente il modulo di autocertificazione da esibire al momento dei controlli ma l’autocertificazione può comunque essere richiesta dalle forze di polizia. In particolare, “le circostanze giustificative di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, possono essere fomite nelle forme e con le modalità consentite”. “La giustificazione del motivo di lavoro”, spiega la circolare, “può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata”.
Nel nuovo modulo il cittadino deve dichiarare di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio vigenti, sia nazionali che regionali. Sono quindi riportati le quattro motivazioni che possono determinare lo spostamento: comprovate esigenze lavorative; assoluta urgenza; situazione di necessità; motivi di salute. Si lasciano poi sei righe in bianco in cui il cittadino può specificare la ragione dello spostamento. Resta comunque valida, per chi l’ha stampata, la vecchia versione. Basta barrare le parti non attuali che sono indicate sul modello presente sul sito del ministero.
Il nodo a questo punto non sembra ancora sciolto. Seguendo la logica, dal 18 maggio l’autocertificazione potrebbe essere eliminata, data la maggiore libertà negli spostamenti, specie all’interno delle regioni. D’altro canto è noto che la burocrazia è sempre molto complessa e dunque potrebbe essere ancora necessario averle questo documento con noi.
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