Allarme variante Delta: quali sono le Regioni che rischiano la zona gialla
Variante Delta: le Regioni che rischiano la zona gialla
La curva epidemiologica in risalita su spinta della variante Delta preoccupa il governo, e non è escluso che nelle prossime settimane alcune Regioni siano costrette a cambiare colore. Tutto dipenderà dai dati del monitoraggio settimanale che la cabina di regia dovrà esaminare nella consueta riunione in programma domani. La regola vuole che, laddove si siano registrati oltre 50 casi per 100mila abitanti, si torni alla zona gialla o addirittura rossa se l’allarme riguarda anche i ricoveri e le terapie intensive.
Il tasso di ospedalizzazione in questa fase è fondamentale per decidere sul colore di una Regione e quindi sulle relative chiusure: il decreto dello scorso 22 aprile infatti ha introdotto una modifica dei parametri, i quali ora prevedono che anche una Regione che supera i 50 casi per 100mila abitanti può rimanere in giallo se ha un tasso di occupazione inferiore al 20 per cento delle terapie intensive e del 30 dei ricoveri.
In particolare, secondo quanto si legge nel testo del decreto (convertito nella legge 87 del 17 giugno), una Regione passa in zona gialla se: 1) l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100mila abitanti; 2) l’incidenza settimanale dei casi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100mila abitanti e si verifica una delle due seguenti condizioni: 2.1) il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da COVID-19 è uguale o inferiore al 30 per cento; 2.2) il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da COVID-19 è uguale o inferiore al 20 per cento”.
Stando a questi parametri e agli ultimi dati disponibili, le Regioni che rischiano di diventare gialle sono Veneto, Sicilia, Sardegna e Campania. In Veneto infatti si registra un’incidenza di casi pari a 19,5 per 100mila, un dato raddoppiato nell’ultima settimana e che rende probabile lo scenario dei 50 casi per 100mila abitanti entro agosto. Il tasso di ricoveri e terapie intensive resta però basso, pari rispettivamente allo 0,7 e 0,8 per cento.
Anche la Sicilia registra al momento circa 25 casi per 100mila abitanti, ma i dati relativi all’ospedalizzazione restano bassi, così come in Sardegna, dove a fronte di 21 casi per centomila abitanti, risultano occupate solo lo 0,5% di terapia intensive. In Campania i contagi per 100mila abitanti sono 20,8 ma il tasso di ricoveri è pari al 2,4 per cento (dati raccolti da Fanpage.it)