Concorso per insegnanti di sostegno alla Unint, testimoni a TPI: “Una farsa, buste aperte e risultati anomali”
"I plichi erano aperti e ai candidati è stato consentito andare in bagno nonostante fosse vietato dal regolamento. Tra i banchi non era rispettata la distanza prevista dalle norme Covid", raccontano i candidati. I risultati anomali: 160 persone hanno ottenuto il punteggio massimo. L'anno scorso erano solo 6
Le ipotesi sono due: c’era una concentrazione di eccellenze enormemente alta oppure qualcosa non ha funzionato. Ma l’anomalia esiste ed è sotto gli occhi di tutti, perché i risultati sono disponibili online. Alla prova preselettiva per l’accesso al Corso di specializzazione per gli insegnanti di sostegno relativa alla scuola secondaria di II grado, indetta dalla Università degli Studi Internazionali di Roma (Unint) ad ottenere il massimo dei risultati, ovvero 30 su 30, sono stati 160 candidati su un totale di 1.491 partecipanti e 260 ammessi. L’anno scorso, nella stessa prova, erano stati appena 6 su 1.342. Ma il numero è spropositato anche se paragonato a quello dei risultati conseguiti in altre università italiane.
Sono decine i partecipanti che a TPI segnalano irregolarità nello svolgimento del concorso: dai plichi con le prove trovati aperti prima dell’inizio del test, al via vai di candidati dal bagno autorizzato dopo la prima ora, anche se il regolamento (che TPI ha visionato) lo consentiva solo ed esclusivamente dietro esibizione di un certificato medico comprovante una patologia o uno stato di gravidanza. Una serie di elementi che fanno intuire che più di qualcosa non sia andato come dovuto e che generano rabbia e frustrazione in chi, pur avendo conseguito un risultato molto alto, è rimasto escluso dalla possibilità di accedere alla prova scritta e poi a quella orale.
Ma procediamo con ordine. La prova è una di quelle relative al cosidetto “Tfa Sostegno” (Tirocinio formativo attivo) ovvero corsi di specializzazione organizzati dalle università italiane che consentono di ottenere l’abilitazione come insegnanti di sostegno. Un titolo che corrisponde di fatto a un lavoro sicuro, data la sistematica carenza di docenti di sostegno (e ancora di più di quelli specializzati) nel nostro Paese. Gli aspiranti insegnanti di sostegno, per ottenere l’abilitazione, intraprendono quindi un percorso di formazione speciale, che ha un costo variabile, che oscilla dai 2.600 ai 3.800 euro circa. La selezione per i posti, che sono limitati, avviene attraverso una prova preselettiva (che ha un costo di iscrizione che oscilla tra i 120 e i 200 euro), una prova scritta e poi un esame orale.
La prova preselettiva si svolge lo stesso giorno in tutte le università che offrono questi corsi, ma è divisa a seconda del grado scolastico. Quest’anno si è svolta il 22 settembre per la scuola dell’infanzia, il 24 settembre per la primaria; il 29 settembre per la scuola secondaria di I grado e il primo ottobre per la scuola secondaria di II grado. I risultati vengono quindi pubblicati online e i candidati che hanno conseguito i punteggi più alti possono procedere con le prove successive. Il risultato della preselettiva non fa media con la prova scritta e orale, ma è determinante solo ai fini dell’accesso.
Tfa Sostegno: denunciate irregolarità alla prova all’Unint
Anche all’Unint di Roma, come nelle altre università, la prova per la scuola secondaria di secondo grado si è svolta il primo ottobre, presso l’hotel Cristoforo Colombo. La prova è stata divisa in due turni: uno di mattina e uno di pomeriggio. Consisteva in un test di 60 domande a risposta multipla, con 5 possibili risposte ciascuna, da completare al massimo in due ore. Una risposta esatta valeva 0,5, mentre quella errata 0 punti. Diversi candidati, tuttavia, hanno segnalato a TPI delle irregolarità nello svolgimento della prova, durante entrambi i turni.
“Anch’io ho partecipato al test preselettivo di Unint l’1 ottobre scorso presso l’hotel Colombo e le irregolarità e le anomalie sono state numerose”, segnala a TPI Alberto Colazingari, precario della scuola. “Al momento della distribuzione delle buste contenenti le prove di esame due candidati hanno fatto presente alla commissione che le loro buste erano aperte. La commissione si è limitata a sostituire le buste senza verbalizzare l’accaduto”.
“Ho partecipato alla prova nel pomeriggio ed ero nel padiglione B”, racconta un’altra candidata, Claudia Pontrelli, “le anomalie sono iniziate all’apertura degli scatoloni contenenti le prove, molte buste erano aperte e i commissari presenti si sono limitati ad eliminare quelle prove dal concorso. Inoltre durante la prova moltissimi si sono allontanati per andare in bagno dopo la prima ora nonostante da regolamento fosse espressamente vietato a meno di esibizione di certificato medico”.
Diversi candidati hanno segnalato a TPI inoltre l’uso di cellulari da parte dei candidati. “Ho visto io stessa tanti candidati con i cellulari in tasca ed in mano”, racconta una docente precaria di 35 anni che preferisce restare anonima. Un altro elemento critico riguarda il rispetto delle misure anti-contagio. “Non c’era alcun distanziamento”, dice la stessa docente, “eravamo vicinissimi e questo ha consentito a molti di parlare e collaborare durante l’esecuzione del test. Parlavano così forte che io stessa sono stata disturbata dal vocio”.
“Il distanziamento è stato garantito solo nelle fasi di accesso, mentre dentro non è stato rispettato”, sottolinea Cristiana Mecozzi, che rientra tra i non ammessi. “Avevamo tutti la mascherina però le sedie erano a meno di un metro di distanza l’una dall’altra”.
Tfa Sostegno: il risultato anomalo
A queste irregolarità evidenziate dai candidati si aggiunge, come abbiamo visto, l’esito anomalo della prova. I risultati, pubblicati il 6 ottobre, mostrano che 160 candidati hanno ottenuto il massimo dei voti, cioè non hanno sbagliato neanche una risposta. Sessantuno persone hanno ottenuto 29,5, altre 31 hanno preso 29 e 13 hanno totalizzato 28,5. Di conseguenza, il voto minimo di ammissione è risultato 28,5, che equivale a 57 risposte corrette, un numero molto alto. L’anno scorso si entrava con 21. L’anomalia emerge anche confrontando i risultati con quelli di altre università, come emerge dalla seguente tabella:
“Con 25,5 non sono stata ammessa”, fa notare Ilaria Pellino, 28enne al momento disoccupata, “è una vergogna assoluta ed una grande delusione, avendo studiato per mesi ed avendo fatto molti sacrifici anche per pagare i 150 euro di tassa di iscrizione alla preselettiva”.
“Un’altra stranezza è che tutti gli altri atenei pubblicano nomi e cognomi degli ammessi, mentre la Unint ha pubblicato solo il numero di matricola, quindi non sappiamo chi è passato e chi no”, dice ancora a TPI Cristiana Mecozzi. “Inoltre, normalmente ciascun candidato ha subito il diritto di visionare il proprio compito, invece in questo caso abbiamo dovuto fare una richiesta scritta di accesso agli atti all’università”.
“Fino all’uscita dei risultati, questi nostri dubbi potevano restare solo sospetti”, aggiunge, “invece ad oggi di fronte a un esito così anomalo, è evidente che qualcosa deve essere accaduto. Non sono entrate persone che su 60 domande ne hanno sbagliate 4, questo è molto anomalo”.
“La prova oggettivamente non era impossibile”, racconta telefonicamente a TPI un’altra candidata esclusa che preferisce restare anonima, “io ho preso 24 ma c’è gente che è fuori con 28. L’anomalia è questa alta concentrazione di 30. C’è stata un’impennata assurda, c’è qualcosa che non va. L’altra cosa molto strana è che molte persone abbiano consegnato dopo appena 40 minuti”.
Il sospetto di alcuni, insomma, è che ci sia stata una fuga di notizie. “Mentre altre università si sono affidate a enti esterni che organizzano i concorsi, qui le domande sono state preparate dalla stessa commissione”, fa notare la stessa candidata. “Oltre ai plichi già aperti, i compiti erano già fotocopiati, quando in genere si estrae prima una busta – perché ci sono più compiti – e poi si fanno le fotocopie. Loro invece avevano già tutto pronto. Vorremmo capire cosa è successo perché ci sentiamo derubati”.
La richiesta comune è che la prova sia annullata e che sia consentito ai candidati di risostenere l’esame, tramite un nuovo esame, affidato a una società esterna. “Queste persone, selezionate in questo modo, saranno chiamate a scuola a seguire ragazzi difficili. Non solo disabili fisici ma anche disabili psichiatrici, e ci vogliono persone preparate”, commenta una psicoterapeuta che ha partecipato alla prova risultando tra i non ammessi. “Se passano un concorso in questo modo che preparazione possono avere? È una questione etica”.
Un’altra candidata, una neolaureata di 26 anni che ha partecipato al quiz sia per scuola secondaria di primo grado sia per quella di secondo grado, segnala che alcune irregolarità sono state riscontrate anche durante la prova per la scuola secondaria di primo grado, che si è tenuta il 29 settembre.
“Al termine del test, sia per secondaria di primo che di secondo grado ci è stato richiesto di inserire il plico domande nella stessa busta in cui c’era il foglio risposte e di consegnare il tutto”, racconta a TPI. “Cosa a mio avviso assolutamente sbagliata siccome sul plico domande era possibile scrivere e segnare risposte e qualsiasi segnetto apportato, anche il più banale, può rappresentare segno di riconoscimento”.
“Nel test della secondaria di primo grado inoltre due domande erano ripetute cosicché se un candidato non sapeva la risposta ad una domanda l’avrebbe sbagliata non una ma due volte. Questo preclude l’opportunità di poter rispondere ad una differente domanda. La questione è stata oggetto di acceso dibattito tra candidati e la commissione durante lo svolgimento del test. In alcune domande in cui veniva richiesto di identificare l’errore ortografico nelle 5 opzioni di risposta, laddove erano presenti parole che presentavano accenti, gli accenti erano sostituiti da punti interrogativi e di fatto era impossibile capire il tipo di accento presente” e quindi il relativo errore.
“Dopo tutte queste irregolarità riscontrate mi auguro che queste prove preselettive, nel rispetto di tutti i candidati che come me hanno investito denaro, tempo, e speranze siano annullate e sia data la possibilità di poterle ripetere con pari opportunità per tutti e non solo per pochi”.
Per il momento Unint, contattata da TPI sull’argomento, non ha fornito spiegazioni o voluto commentare quanto accaduto.
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