Concorsi truccati, esami farsa e favori: il caso dell’ex primario del Policlinico di Palermo
Concorsi truccati, esami farsa e favori: il caso dell’ex primario del Policlinico di Palermo
Un sistema collaudato, fatto di concorsi truccati, esami regalati e pressioni per aiutare amici e famigliari. È il quadro delineato dall’inchiesta della procura di Palermo sull’ex primario di chirurgia del Policlinico di Palermo Gaspare Gulotta, arrestato la settimana scorsa. “Un soggetto di notevole spessore criminale”, è il giudizio dato dalla gip di Palermo, che ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex direttore del dipartimento di Discipline chirurgiche, oncologiche e stomatologiche del Policlinico di Palermo, e anche per la figlia Eliana, chirurgo plastico all’ospedale Civico. Secondo la giudice per le indagini preliminari, Gulotta “ha dimostrato di saper calpestare ogni regola con grandissima disinvoltura, in più occasioni e per i fini più disparati, senza mai manifestare alcuno scrupolo”. Oltre
ai concorsi truccati, al centro delle accuse che hanno portato all’arresto, la procura sta valutando anche le conversazioni tenute da Gullotta e i suoi colleghi nelle commissioni d’esame. “Questa mi è stata segnalata da mia figlia mentre facevo esami, comunque a me ha risposto bene”, diceva Gulotta in una delle intercettazioni pubblicate da La Repubblica. “Io le ho dato 28”, il giudizio di un altro professore, a cui il primario rispondeva: “Meglio che no, lo sappiamo… 30… mia figlia”. In un altro caso, in cui una candidata non aveva risposto bene alle domande, Gulotta aveva chiuso alle obiezioni di un altro professore ricordando che “è stata segnalata”. “A me ha risposto bene”, aveva aggiunto spingendosi poi oltre: “Me ne fotto, ci do la lode”. “La lode magari no”, la risposta di un altro membro della commissione, che aveva spinto Gullotta a chiarire. “È amico mio, è il veterinario del mio paese”, spiegava Gullotta, in riferimento al padre della ragazza. “È amico mio veterinario, mi viene a trovare ogni domenica, il veterinario del mio paese”. “Va bene, 30 e lode”.
In un altro caso, Gulotta si era detto perplesso su uno degli studenti segnalati da un altro docente. “Non è per nulla bravo questo”, aveva affermato, mentre l’altro professore insisteva: “Va bene… se è tutto segnalato… vabbè 30 e buona notte”. “La lode non gliela dobbiamo dare”?”, la domanda di Gulotta. “La lode? Certo”, rispondeva il primo.
“Questa è stata segnalata, è venuto Francesco”, aveva detto in un’altra occasione uno dei collaboratori del primario. “È scarsa”, rispondeva Gulotta, che però di fronte al 25 proposto dal collaboratore si mostra benevolo. “Trenta”.