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Home » Cronaca

“I nostri bambini, figli di due mamme, discriminati dal Comune di Genova”: la denuncia a TPI

Immagine di copertina
Il sindaco di Genova Marco Bucci

Sta facendo molto discutere la vicenda che riguarda la battaglia del Comune di Genova contro il riconoscimento della genitorialità a coppie di donne che hanno concepito bambini attraverso tecniche di fecondazione assistita. Il Comune di Genova, su azione del Sindaco Marco Bucci e del consigliere agli affari legali Bertorello (Lega) ha infatti impugnato una decisione del tribunale del 2018 che riconosceva il diritto di iscrizione all’anagrafe, prevedendo la possibilità di indicare le due partner come madri, esprimendo “soddisfazione” per la decisione.

TPI ha intervistato Ilaria Gibelli, avvocata di Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford, madre di una bambina avuta insieme alla compagna, rappresentante del Coordinamento Liguria Rainbow. Ha curato alcune delle cause insieme all’avvocata Elena Fiorini.

Cos’è successo di preciso?
Dopo l’ingresso del Sindaco di Genova Marco Bucci nel luglio 2017 circa venti coppie omosessuali, tutte composte da donne, hanno avuto dei bambini, e sono andate in Comune a chiedere il riconoscimento della doppia genitorialità. Il Comune di Genova in tutti i casi ha rifiutato l’iscrizione all’anagrafe.

Qual è stata la reazione delle coppie?
A fronte di questo rifiuto le coppie hanno fatto ricorso presso il Tribunale di Genova che ha accolto le istanze, riconoscendo anche alla madre sociale (ovvero quella che non ha partorito il bambino) il ruolo genitoriale, e aggiungendo il doppio cognome.

Una sentenza fa legge tra le parti.
Sì, se passano determinati giorni e nessuno fa ricorso, quello stato si consolida, invece il Comune di Genova ha deciso di fare ricorso alla decisione del tribunale per contrastare questa decisione. E purtroppo il primo decreto della Corte di Appello ha dato ragione al Comune.

Giuridicamente come è stato possibile?
Invece che considerare l’interesse e la tutela di questo minore e la continuità affettiva di due figure riconosciute, la Corte ha applicato un’espressione della Legge 40, che garantisce l’accesso alla fecondazione medicalmente assistita solo a coppie eterosessuali in condizioni di problemi genetici o impossibilità a procreare. La legge non dice che due donne non possono diventare madri, ma solo che non possono accedere a questo tipo di fecondazione in Italia. Il paradosso è che esistono numerosi casi di donne che hanno partorito all’estero e si sono viste riconoscere il diritto genitoriale in Italia. Inoltre in questo caso la madre aveva firmato il consenso informato, ovvero il documento che obbliga i soggetti ai doveri genitoriali, e che in passato per la legge italiana è stato ritenuto sufficiente per imporre diritti e doveri a genitori.

Come ha preso le parole del Consigliere con delega agli affari legali della Lega Bertorello che si è detto “soddisfatto” di questo esito?
Quando un consigliere della Lega dice che è soddisfatto di aver tolto un genitore a un bambino rimango sconvolta della gravità della situazione. E’ stato dimenticato il preminente interesse dei bambini.

Cosa comporterà la decisione della Corte, nella pratica?
Dovranno essere modificati i documenti dei bambini, il doppio cognome, nomi con i quali vengono riconosciuti dalle scuole. Questo può sembrare irrilevante, ma può essere causa di grande stress per un bambino.

Ci sono stati problemi durante il lockdown per il mancato riconoscimento della genitorialità?
Durante il periodo di lockdown una mamma che conosciamo era in Piemonte, e la sua compagna in Liguria, non avendo alcun riconoscimento per tutto il lockdown non ha potuto muoversi per mesi per incontrare i figli. Vi sono anche problemi sui viaggi all’estero, i permessi, il coinvolgimento dei partner nelle scuole dei figli ecc…

Come reagisce la società, oltre alla politica, di fronte ai vostri casi?
Devo dire che nella vita reale nessuno di noi ha trovato problemi nel riconoscimento, la pratica è molto diversa da quella dei politici.

In caso di scomparsa della mamma biologica, cosa succede alla bambina?
In quel caso è necessario un intervento legale, in cui la madre biologica indica e designa come tutrice la madre sociale, poi però bisogna andare davanti a un giudice. Pensiamo poi se la madre sociale sparisce, il figlio che tutela ha? Il mantenimento? Noi vogliamo essere inchiodati ai nostri doveri e non solo ai diritti.

Altri comuni riconoscono la genitorialità anche a coppie omosessuali?
Sì, Milano, Torino, Bologna e molti altri.

Quanto può essere costato questo intervento del Comune?
E’ difficile quantificare, c’è stato un avvocato che ha lavorato prevalentemente per queste vicende. Venti cause con doppio giudizio, durate due anni. Significa che prevalentemente l’impegno di risorse e di stipendi è andato verso questo. Significa che non ti stai occupando della tutela dei cittadini ma di fare una guerra ai cittadini con soldi pubblici.

Come possiamo vedere il futuro di questa “guerra”?
Questa è una battaglia ideologica che è destinata ad essere persa. Tutti i paesi evoluti hanno riconosciuto la doppia genitorialità. Gli studi dimostrano che crescere bambini in famiglie omogenitoriali non provoca danni, e che i bambini crescono bene se sono amati, a prescindere dal sesso, dall’orientamento dei genitori. Queste iniziative mirano a minare le condizioni di serenità di questi bambini

Qual è stato l’atteggiamento della politica locale rispetto alle tematiche dei bambini nati in famiglie arcobaleno?
Avevo incontrato il Sindaco Marco Bucci come rappresentante di famiglie arcobaleno, e lui non si è dimostrato disposto al dialogo. Mi ha detto “Tu hai tolto il diritto a tua figlia di avere un padre”.

Ora cosa succede?
Valuteremo se fare ricorso in Cassazione o valutare sedi internazionali. Per noi la priorità è tutelare i nostri bambini.

Leggi anche: 1. Non solo congiunti: “Ecco come lo Stato calpesta i diritti delle nuove famiglie” / 2. Storie di amori negati nel mondo, di prigionia e di morte per la sola colpa di essere omosessuali
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