Cloe Bianco, il ministero dell’Istruzione avvia un’indagine sul caso della prof transgender
Cloe Bianco, il ministero dell’Istruzione avvia un’indagine sul caso della prof transgender
Il ministero dell’Istruzione ha avviato un’indagine sul caso della professoressa transgender Cloe Bianco, l’insegnante di fisica che negli scorsi giorni si è tolta la vita dopo essere stata demansionata nel 2015.
Lo ha confermato all’Ansa il ministero stesso, precisando che “si stanno ricostruendo tutti i contorni della vicenda” che aveva portato al demansionamento della professoressa. La 58enne si è uccisa la scorsa settimana, dando fuoco al vecchio camper in cui viveva.
La docente fu sospesa nel 2015 per essersi mostrata in abiti femminili ai suoi allievi dell’istituto di Agraria “Scarpa-Mattei” di San Donà di Piave. Per protestare il padre di un alunno scrisse all’assessora all’Istruzione della regione Veneto, Elena Donazzan, prima della decisione di sospenderla per tre giorni dall’insegnamento. Successivamente, Bianco fu trasferita a ruoli di segreteria.
Il ministero intende accertare se ci sia una correlazione tra la lettera inviata a Donazzan e il successivo demansionamento di Bianco. “L’assessore Donazzan ha fatto passare una persona si è presenta in abiti femminili come se avesse imbracciato un fucile e avesse fatto una strage a scuola”, ha dichiarato oggi Vladimir Luxuria. “Qualcuno forse dovrebbe sentire un po’ di colpa per una persona che si è data fuoco. Mi auguro che almeno un docente agli esami di maturità si vesta con abiti femminili in segno di amore nei confronti di questa vittima”. Accuse respinte da Donazzan, che ha protestato contro le “minacce di morte” ricevute sui social. “Io sono andata a rileggermi il post in cui parlavo di Cloe Bianco e pubblicai la mail arrivatami in ufficio e io scrissi: traete da soli le conclusioni”.
“Il ministero dell’Istruzione è colpevole in quanto è stato complice di quanto accaduto”, la posizione della sigla sindacale Uil Scuola, secondo il segretario generale Pino Turi.