“Niente abiti succinti”: polemiche per l’opuscolo anti-violenza del comune di Cividale distribuito a scuola
Fa discutere l’opuscolo distribuito dal Comune di Cividale del Friuli e dalla Regione Friuli Venezia nelle scuole superiori della cittadina vicino Udine: contiene consigli per le potenziali vittime di violenze di genere, tra i quali “evitare abbigliamento stravagante o succinto” che potrebbe “richiamare l’attenzione di persone particolarmente violente che hanno travisato le intenzioni della vittima”.
“Non fate sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti – si legge – e ricordate che l’aggressore osserva e seleziona le vittime anche sulla base di alcuni particolari come gioielli e l’abbigliamento eccessivamente elegante o vistoso”. Un vademecum ritenuto “inaccettabile” dagli studenti.
Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro, spiega. “Le nostre rivendicazioni riguardano l’educazione all’affettività all’interno delle scuole, per un reale cambiamento. Non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire”.
Cartelloni di protesta appaiono nei corridoi del Convitto nazionale Paolo Diacono: “Condanniamo la violenza patriarcale nelle scuole”, “Giù le mani dai nostri corpi, la violenza non è mai giustificata”. L’opuscolo, dal titolo “Prevenire le aggressioni, combattere la violenza”, è finito al centro di interrogazioni da parte dei consiglieri comunali e regionali di opposizione.
“Siamo senza parole – è il commento del consigliere Alberto Diacoli a nome di Prospettiva Civica – davanti a un opuscolo in cui si colpevolizzano comportamenti che invece dovrebbero appartenere alla normale vita e alla libertà di ogni individuo”.
Dal Pd nazionale interviene Debora Serracchiani, capogruppo del partito alla Camera: “Sempre là si ricasca: se ti stuprano vuol dire che te la sei cercata, provocavi. Sembra la ripetizione di un vecchio pregiudizio, di una mentalità maschilista in via di estinzione, purtroppo è la tesi accreditata e diffusa dal Comune di Cividale, guidato dal centrodestra”.
La sindaca Daniela Bernardi, con un passato nella Lega, si difende: “Sono contenta che l’opuscolo, redatto da psicologi, che realizziamo già da tre anni, sia stato finalmente letto dagli studenti delle nostre scuole con spirito critico. Il fatto che considerino i consigli dati ‘anacronistici’ testimonia che sono giovani che vivono situazioni normali e senza particolari disagi”.