“Non avrebbe potuto opporsi a un rapporto non consensuale”: la perizia sulla giovane che accusa Ciro Grillo di stupro
Si aggrava la posizione di Ciro Grillo e dei suoi amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, accusati di violenza sessuale da una ragazza per i fatti avvenuti nella villetta di Cala di Volpe, in Costa Smeralda, nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019. Durante l’udienza di oggi nel processo a suo carico, Cinzia Piredda, la psicologa “ingaggiata” dalla Procura di Tempio Pausania, ha esposto la sua perizia sulle condizioni emotive della vittima al momento degli interrogatori. Secondo i suoi accertamenti Silvia (nome di fantasia della presunta vittima) aveva “difficoltà ad esprimere la propria volontà e rispondere con un diniego alle richieste poste dagli altri”.
Queste difficoltà – si descrive sempre nella perizia – emergono in diversi momenti del racconto che la ragazza fa di quella sera. Quando, seduta sotto il gazebo, sarebbe stata costretta a bere vodka “poco prima del secondo rapporto sessuale”. Quando “chiede a Roberta (l’altra ragazza presente quella sera, ndr) di andare via, dopo il primo rapporto sessuale” con Francesco Corsiglia, “ma la sua richiesta non viene accolta dall’amica”. Quando racconta al pm “di un precedente rapporto sessuale non consenziente con il suo migliore amico in Norvegia nel maggio 2018… emerge la difficoltà a negarsi ad un rapporto sessuale non desiderato”. Secondo la testimonianza di Alex Cerato, che ha frequentato lo stesso liceo delle due studentesse e nell’estate di quell’anno era con loro in vacanza in Costa Smeralda, dopo aver passato la notte nella villetta di Cala di Volpe “Silvia non era più la stessa, era sconvolta”.
Il giovane, però, ai carabinieri di Milano e poi al procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, aveva raccontato: “Mentre eravamo al Billionaire io e Roberta abbiamo visto Silvia e Ciro Grillo baciarsi”. Ai giudici ha precisato che i due erano abbracciati e si divertivano allegramente.