Ciclista investito e ucciso da un camion a Milano, l’autista sotto shock: “No so da dove sia spuntato”
Ancora un ciclista ucciso. Ieri in sella alla sua bicicletta è stato investito da un tir di 12 metri e trascinato per 300 metri sull’asfalto. Non c’è stato nulla da fare per Li Tianjiao, 55 anni, di origine cinese, con moglie e figlio, residente a Cormano: è stato trasportato in codice rosso al Niguarda dove è morto poco dopo l’arrivo per le gravissime lesioni. L’impatto mortale è accaduto verso le 10.30, in via Comasina all’incrocio con via per Novate, alla periferia nord di Milano. Il camionista, un italiano di 55 anni, sotto choc, si è fermato a prestare soccorsi e, secondo i primi accertamenti, è negativo ai test per l’uso di alcol e droga.
Entrambi si dirigono verso il centro città, ma – subito dopo un semaforo – il tir con il suo rimorchio deve svoltare a destra: a quel punto, l’impatto diventa quasi inevitabile. L’angolo cieco del tir esclude dalla vista la bicicletta con l’uomo a bordo.
A raccontarlo è stato lo stesso autista subito dopo lo schianto, ancora sotto shock: “Ho messo la freccia. Non l’ho visto, non so da dove sia spuntato, avevo guardato nello specchietto”. E non è difficile credergli, visto che è il terzo caso uguale dall’invio del 2023.
L’ultimo soltanto lo scorso 20 aprile corso di Porta Vittoria, dove una betoniera ha travolto una ciclista di 39 anni: Cristina Scozia è morta sul colpo. Prima è stata la volta della 38enne Francesca Veronica D’Incà, investita in bici in piazzale Loreto. Ma il 2022 non era andato molto meglio: si era concluso con la morte di Silvia Salvarani, un’insegnante di yoga uccisa da una betoniera ai bastioni di Porta Nuova.