Chiara Ferragni, la procura di Milano apre un’inchiesta sul pandoro Balocco
Chiara Ferragni, la procura di Milano apre un’inchiesta sul pandoro Balocco
Il caso Balocco-Ferragni finisce in procura. I pm di Milano hanno aperto un’inchiesta sulla promozione del pandoro con il marchio dell’influencer, già sanzionata dall’Antirust.
Il fascicolo, senza ipotesi di reato né indagati, è stato affidato al pool antitruffe, dopo l’esposto depositato dalle associazioni dei consumatori Codacons e Assourt in ben 104 procure italiane. Nelle prossime settimane potrebbero quindi sorgere questioni di competenza territoriale. L’inchiesta potrebbe finire in Piemonte, visto che l’azienda dolciaria specializzata nella produzione di dolci ha sede a Fossano, nel cuneese.
Il caso, sollevato da Selvaggia Lucarelli, riguarda la promozione di un pandoro griffato Chiara Ferragni. Secondo l’Antitrust, le suddette riconducibili all’influencer e Balocco “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro ‘griffato’ Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino” mentre “la donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima”. Per l’iniziativa, ricorda l’Autorità garante della concorrenza e del mercato “le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro”.
Secondo il Codacons, i clienti che hanno acquistato il pandoro a un prezzo di circa 9 euro hanno diritto a chiedere la restituzione dei soldi versati, “considerato che l’acquisto è stato realizzato sulla base di informazioni ingannevoli legate alla destinazione dei proventi delle vendite”.
La campagna è già costata all’influencer una multa dell’Antitrust. Al momento non risultano esposti sulla vendita delle uova di Pasqua benefiche, sempre sponsorizzate dall’influencer.