Bibbiano, c’è anche l’ipotesi di un ex brigatista tra gli affidatari: le nuove intercettazioni shock sull’inchiesta
Nelle conversazioni online, spazio anche a credenze esoteriche e all'ipotesi di assumere assistenti sociali vittime di abusi
Bibbiano: le chat tra i colleghi, alcuni dei quali indagati nell’inchiesta sugli affidamenti illeciti
L’ipotesi di assegnare un bambino a un ex brigatista, la proposta di assumere assistenti sociali vittime di abusi sessuali, credenze esoteriche e spiritualità: è quanto emerge dalle chat tra colleghi, alcuni dei quali indagati nell’inchiesta “Angeli e Demoni”, quella relativa agli affidamenti illeciti a Bibbiano e nella Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia.
Le chat, estrapolate da uno dei telefonini sequestrati agli indagati, vedono protagoniste, tra le altre, Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza considerata dagli inquirenti una figura centrale nell’inchiesta, e la psicologa Imelda Bonaretti, entrambe tra le 26 persone raggiunte dalla notifica di chiusura delle indagini emessa lo scorso 14 gennaio 2020.
Alcuni scambi, comunque, non riguardano direttamente gli otto casi di minori al centro dell’inchiesta sugli affidamenti illeciti di Bibbiano, ma altri casi, che hanno portato all’apertura di nuovi fascicoli.
Il bambino da assegnare all’ex terrorista delle Brigate Rosse
È il 4 maggio del 2015 quando la psicologa Imelda Bonaretti scrive un messaggio via WhatsApp a Federica Anghinolfi commentando l’ipotesi di affidare un bambino a un ex brigatista. “Ohi Fede. Però chi glielo dice al giudice che Luigi (nome di fantasia) lo mandiamo dall’ex brigatista? Io non mi attento” scrive la Bonaretti. La Anghinolfi, tuttavia, ostenta tranquillità, svelando di aver omesso l’informazione al giudice. “Mica lo sa. E la pena l’ha scontata”. Non è chiaro, al momento, se il bambino sia stato poi effettivamente affidato all’ex detenuto.
Nella stessa chat, le due parlano di un altro caso, quello di un minore allontanato dalla sua famiglia dai servizi sociali in seguito all’applicazione dell’articolo 403 del codice civile, ovvero quello che autorizza l’intervento della pubblica autorità nel caso in cui un minore si trovi in “condizione di grave pericolo per la propria integrità fisica e psichica”.
La Anghinolfi si mostra preoccupata perché il giudice minorile Martello intende rimandare a casa il bambino.
“Ciao Imelda riusciamo a sentirci per Mario (nome di fantasia)? Martello vuol revocare il 403 che significa un rientro a casa immediato”.
“Dovremmo far prevenire relazione urgentissima” aggiunge Federica Anghinolfi.
Le due, quindi, si accordano per effettuare una relazione negativa sui genitori al fine di impedire il rientro a casa del minore.
La Bonaretti, infatti, scrive che nella sua relazione lascia “intendere qualcosa” sulla condotta pregiudizievole dei genitori del bambino.
“Comunque il quadro è grave” scrive la Bonaretti, ma la Anghinolfi fa presente che “quel giudice è molto tonto. Forse una spiegazione tecnica sarebbe auspicabile”.
Inchiesta Bibbiano, nelle conversazioni l’intenzione di assumere assistenti sociali vittime di abusi
In un’altra conversazione online, Federica Anghinolfi parla con una dirigente del Comune di Bibbiano di privilegiare l’assunzione di assistenti sociali vittime di abusi sessuali. “Cosa ne dici se nel titolo mettiamo ad esempio… assistente sociale di 35 anni abusata sessualmente dallo zio in età infantile, i genitori non le hanno creduto… si trova a lavorare su una segnalazione informale di una insegnante che le riferisce che una bimba le ha confidato di aver subito un abuso. E come si muoverebbe l’assistente sociale sulla situazione e come gestirebbe il suo segreto personale?”.
La dipendente comunale risponde: “Mi sa molto hard… Tu vuoi infilare la parte psicologica personale dentro la professione. Ci può stare, ma dobbiamo metterla giù in modo diversa”.
Chat indagati Bibbiano: credenze esoteriche e la sedicente setta di pedofili nella Val d’Enza
Federica Anghinolfi, inoltre, è convinta che nella Val d’Enza si aggiri una rete di pedofili. È quanto emerge dalle conversazioni online nelle chat nell’ambito dell’inchiesta sugli affidamenti illeciti di Bibbiano. Non solo, secondo la Anghinolfi anche il piccolo Tommaso Onofri, il bambino rapito e ucciso nel 2006 nel Parmense, è rimasto vittima del sedicente gruppo di pedofili: una circostanza di cui tuttavia non è mai stato trovato alcun riscontro.
La Anghinolfi, inoltre, tira in ballo anche il papà del piccolo Tommy, Paolo Onofri, deceduto nel 2014, affermando che “è stato condannato per pedofilia”.
All’epoca della scomparsa del figlio, infatti, Paolo Onofri fu indagato per pedopornografia perché nel suo pc furono trovati file in cui minori erano coinvolti in atti sessuali e patteggiò sei mesi di reclusione davanti al gip di Parma. Tuttavia non è mai stata trovata una connessione tra questo fatto e l’omicidio del figlio per il quale sono stati condannati il muratore Mario Alessi, che ha sempre affermato di aver rapito il bambino per ottenere un riscatto, la compagna di quest’ultimo, Antonella Conserva, e Salvatore Raimondi.
In un’altra chat con un affidatario, inoltre, la Anghinolfi si dice “preoccupata per il fenomeno dilagante della pedofilia”. “È sempre stato così. Sai quanti abusi e maltrattamenti escono nelle costellazioni?” è la risposta che ne segue.
Credenze esoteriche e spiritualità emergono anche da altre conversazioni. In una chat con una dirigente del Comune di Bibbiano, l’ex responsabile dei servizi sociali scrive: “Fuori tutto si sta sgretolando per lasciare spazio alla nuova luce che dentro e fuori di noi già si intravede”.
“Affinché tutto questo non crei problemi bisogna assolutamente andare a scuola di silenzio e di stand by… permettete alla vostra terra interna di accogliere il fuoco della trasformazione nella calma più totale…”.
“Ho interrotto il mio silenzio perché mi sembrava giusto informarvi dell’ingresso della terra yin cosa che ho sempre fatto…”.
In un’altra conversazione online, invece, Federica Anghinolfi manifesta tutto il suo malessere: “Mi sveglio alle 3 di notte e ho capito che riguarda il lavoro. Troppi abusi sessuali sui bambini, troppa violenza nelle relazioni”.
Caso Bibbiano: le critiche dei colleghi ad Anghinolfi e Monopoli
Dalle conversazioni online emerge anche una certa insofferenza dei colleghi nei confronti di personaggi chiave della vicenda come Federica Anghinolfi e Francesco Monopoli.
In un messaggio audio, infatti, la Anghinolfi viene definita da una collega “fuori come un balcone”.
In un’altra conversazione, invece, viene raccontato che la Anghinolfi “ha detto una balla alla capa degli psicologi pur di far ricoverare una ragazza”.
Giudizi poco lusinghieri vengono espressi anche nei confronti di Francesco Monopoli, definito un “invasato” che fa “del male ai bambini e al gruppo di lavoro”.