“All’inizio sembrava che non volesse”: le chat di Ciro Grillo e gli amici accusati di stupro
La vicenda del presunto stupro di gruppo in cui è coinvolto anche Ciro Grillo, figlio di Beppe, si arricchisce di particolari. Repubblica oggi riporta alcuni stralci delle chat di gruppo in cui i ragazzi parlavano, il giorno dopo l’incontro a Cala di Volpe, dei rapporti sessuali avuto con la studentessa italo-norvegese. Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia sembrano sereni e divertiti. Almeno dalle chat non sembrano emergere elementi che farebbero pensare il contrario: appellano la ragazza con epiteti osceni e si vantano del “trofeo”. “È stato forte”, risponde uno degli indagati a un amico che lo tartassa di “dimmi”, “dimmi cos’è successo ieri”. Una curiosità che riesce a sedare solo con un “poi ti dirò, fra’, sono stanchissimo…”.
I messaggi vengono scambiati su Instagram con i partecipanti di “Official Mostri”, un gruppo privato (ora rimosso) di cui facevano parte Ciro Grillo e gli altri, e il cui motto è “Vivere sempre e comunque da mostro, seguire le 3 regole per essere un mostro: scittare, bere, bettare”. Scittare, bere e bettare: in dialetto fumare (o prendere in giro), bere e scommettere.
Ecco alcune frasi sottolineate dagli inquirenti: “All’inizio sembrava che non volesse…”. Una frase che per l’accusa sarebbe un indizio che Silvia non era consenziente prima di aver bevuto la vodka; per le difese, invece, un segnale che la studentessa milanese avrebbe cambiato idea nei confronti dei ragazzi, decidendo con coscienza di avere rapporti sessuali con loro. “3 vs 1”, scrivono agli amici, sintetizzando e certificando ciò che si vede nel famoso video di 24 secondi girato con lo smartphone. “Io ritengo, invece, che non ci sono elementi di valutazione delle prove in quelle chat”, sostiene Romano di Raimondo, che difende insieme a Gennaro Velle il 21 enne Francesco Corsiglia.
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