“Mi disse che l’avevano stuprata”: caso Ciro Grillo, il racconto del maestro di kitesurf
L'uomo ha raccolto la confessione della ragazza che accusa Ciro Grillo e gli amici di stupro
“Mi disse che l’avevano stuprata”: caso Ciro Grillo, il racconto del maestro di kitesurf
La studentessa milanese che ha accusato di stupro di gruppo il figlio di Beppe Grillo e tre suoi amici ha riferito al suo istruttore di kitesurf di essere stata violentata nelle ore successive la presunta violenza. Secondo quanto riportato da La Verità, che ha pubblicato parte del verbale del colloquio con i carabinieri avvenuto il 25 agosto 2019, l’istruttore della ragazza ha dichiarato che la 19enne le aveva riferito di essere uscita in un locale e di aver conosciuto dei ragazzi, affermando di non ricordarne il numero perché aveva bevuto. “Alla fine questi ragazzi, forse 4, avevano abusato sessualmente di lei”, ha riferito l’istruttore secondo quanto riportato, descrivendo come “alquanto confuso” il racconto dei fatti avvenuti la notte del 17 luglio 2019.
L’istruttore ha ricostruito i contatti con la sua allieva nelle ore successive alla mattina del presunto stupro, affermando di averla contattata per avvertirla che non sarebbe potuto essere presente per la lezione prevista alle 15 per un infortunio alla caviglia. Dopo le prime risposte, la ragazza le ha scritto di aver fatto “un casino” e poi “una cazzata” in un messaggio vocale. Dopo essersi continuati a sentire durante la serata, la studentessa gli ha mandato un nuovo messaggio vocale, affermando di essere andata alla lezione anche se ubriaca e senza avere dormito perché aveva bisogno di “uno stacco”.
Nei due giorni successivi (l’ultima lezione risale al 21 luglio), la ragazza ha ripreso il discorso affermando “che le era successa una cosa brutta e non sapeva come comportarsi”, e che “è successo di nuovo”, in riferimento all’abuso che avrebbe subito dal suo migliore amico mentre dormiva, raccontato anche all’amica presente con lei nella casa di Grillo a Porto Cervo.
L’istruttore ha affermato che la ragazza sosteneva di non ricordare bene i fatti e l’ora in cui erano avvenuti perché era molto ubriaca. “Sinceramente, per i molti non ricordo che stava esprimendo, non ho creduto più di tanto a quello che mi stava dicendo e le ho detto che non sapevo cosa consigliarle”, riporta La Verità. Il maestro di kitesurf ha dichiarato di avergli fatto presente che quanto da lei raccontato “era molto grave” e che in caso di denuncia, sarebbe potuta andare incontro a conseguenze, aggiungendo che il fatto che era ubriaca e che non ricordava i particolari non erano elementi a suo favore. L’istruttore ha anche detto di non aver notato eventuali lividi sul corpo della ragazza, anche per la muta usata dagli allievi.
Durante un colloquio il 5 settembre 2019, un’amica della studentessa ha riferito agli inquirenti di aver ricevuto da lei diversi selfie che mostravano lividi “in più parti del corpo” e che le avrebbe riferito di avere “molto dolore”.
Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono accusati dalla procura di Tempio Pausania per violenza di gruppo, dopo la denuncia di una studentessa di 19 anni che aveva trascorso con loro e assieme a un’amica la notte del 17 luglio 2019 nella casa di Cala di Volpe, in Sardegna, di Beppe Grillo. Grillo, Lauria e Capitta sono anche accusati di violenza sessuali nei confronti dell’amica della prima ragazza, per tre foto oscene che i giovani le avrebbero scattato mentre dormiva. Questa settimana la procura sarda ha chiuso per la seconda volta le indagini sul caso, dopo la prima chiusura dello scorso novembre.
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