Caso Ciro Grillo, i genitori della ragazza: “Il corpo di Silvia diventato trofeo”
I genitori di Silvia fanno sapere che agiranno in sede legale contro coloro che stanno condividendo frammenti intimi del video che era stato citato da Beppe Grillo, che sosteneva che la ragazza era consenziente
“Abbiamo appreso che frammenti di video intimi vengono condivisi tra amici, come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo: qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto insieme alle clave”. A comunicarlo, tramite il loro avvocato Giulia Bongiorno, sono i genitori di Silvia (nome di fantasia), la ragazza che ha denunciato la violenza sessuale di gruppo oggetto di indagine da parte della procura di Tempio Pausania in cui sono indagati Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
“Confidiamo nel fatto che tutto questo fango sarà spazzato via facendo emergere la verità”, ha aggiunto la famiglia della ragazza, che era già intervenuta per condannare il video del fondatore di M5S in difesa del figlio. “Abbiamo dato mandato al nostro legale di agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che a qualsiasi titolo partecipano a questo deplorevole tiro al bersaglio“.
A chi si riferiscono i genitori di Silvia? Chi ha diffuso i frammenti dei video girati la notte del 17 luglio 2019, quando sarebbe avvenuta la presunta violenza? I genitori della ragazza non lo dicono esplicitamente, ma il riferimento potrebbe essere all’amica di Ciro Grillo che, intervistata da Non è l’arena, ha detto di aver visto quel filmato e che dalle sue immagini emergerebbe “complicità massima”. Ma se c’è stata una diffusione di quelle immagini, si tratterebbe di un reato.
“Non è facile rimanere in silenzio davanti alle falsità che si continuano a scrivere e a dire sul conto di nostra figlia, aggiungendo dolore al dolore: il nostro e il suo”, proseguono i due genitori. “D’altro canto, sarebbe fin troppo facile smentirle sulla base di numerosi atti processuali che sconfessano certe arbitrarie ricostruzioni e che, per ovvie ragioni, non possono essere resi pubblici”.
“In ogni caso, la fiducia nella giustizia e il rispetto per le istituzioni – che ci hanno guidato finora e che continueranno a guidarci in futuro – non significano che siamo spettatori passivi: abbiamo conferito mandato al nostro legale di agire in sede giudiziaria contro tutti coloro che a qualsiasi titolo partecipano e parteciperanno a questo deplorevole tiro al bersaglio”.
In questi giorni, secondo quanto riporta l’Adnkronos, la Procura di Tempio Pausania, che indaga per violenza sessuale di gruppo, sta ridefinendo i capi di imputazione per alcuni degli indagati. Oltre allo stupro di gruppo, c’è infatti un secondo capo di imputazione, che riguarda una serie di foto e di frame in cui si vedono alcuni ragazzi compiere atti a sfondo sessuale vicino all’altra giovane presente nella villa, Roberta, che dormiva.
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