La famiglia rom non andrà via da Casal Bruciato
Casal Bruciato famiglia rom | La famiglia Omerovic, composta da 14 persone rom e regolare assegnataria della casa popolare della casa in Via Sebastiano Satta 20, non lascia Casal Bruciato dopo la violenta contestazione dei militanti di CasaPound.
“Qui non possiamo vivere”, aveva commentato il padre Imer e la madre Senada (qui la ricostruzione di tutte le proteste a Casal Bruciato). La notizia è stata però smentita (qui le dichiarazioni della famiglia).
Nel frattempo, sono stati identificati i manifestanti che in questi giorni hanno pronunciato frasi razziste come “Tr**a, ti stupro!” (qui gli aggiornamenti sulle prime denunce arrivate).
Nell’informativa della Digos, che verrà consegnata in procura per consentire le prime iscrizioni sul registro degli indagati, si parla di reati di minacce, violenza privata e istigazione all’odio razziale.
La famiglia vorrebbe mantenere segreto il nuovo domicilio, ma allo stesso tempo ci sarebbe l’ipotesi di lasciare via Satta a causa “della paura e del senso di insicurezza”. “Stiamo solo decidendo come spostarci”, ha detto il figlio più grande di 21 anni, Clinton.
L’alloggio popolare spetta alla famiglia di diritto, avendo partecipato ad una regolare graduatoria comunale. Eppure si spegne tra gli insulti e le minacce il loro desiderio di una vita tranquilla con un tetto sopra la testa.
Nel pomeriggio del 9 maggio gli Omerovic incontreranno Papa Francesco, che ha già espresso vicinanza nei loro confronti (qui l’incontro al Vaticano con 500 rom).
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